Un anno di ritardo. Tanto costerà in termini di tempo il completamento dei lavori di adeguamento idraulico dell’impianto di depurazione centralizzato del lago di Garda situato a Peschiera.Il ritardo è legato al ritrovamento, lo scorso novembre, di un ordigno bellico inesploso: in quel periodo al depuratore si stava lavorando al secondo dei tre stralci in cui è stato suddiviso l’intero progetto di potenziamento della struttura. Atteso, necessario e purtroppo «ostacolato» dall’imprevedibile. Inevitabile dunque lo stop al cantiere, che è rimasto fermo sino a poche settimane fa: la bomba, infatti, di provenienza americana, che era stata sganciata durante la seconda guerra mondiale, é infatti stata disinnescata e rimossa a marzo. Ma il suo ritrovamento ha richiesto una successiva opera di bonifica completa di un’area molto più ampia; e ciò ha comportato un ulteriore allungamento dei tempi previsti per i lavori. Anche se il forzato ritardo non è stato del tutto inutile.«Anzi», commenta in chiave positiva Alberto Ardieli, direttore lavori del secondo lotto, «direi che è successo proprio il contrario. Infatti abbiamo utilizzato questa pausa per valutare e inserire nel contesto dell’intervento una variante al progetto iniziale che ci permette di migliorare la capacità di abbattimento degli odori in atmosfera dell’impianto».Variante a parte, Ardieli conferma l’avvenuta ripresa dei lavori del secondo stralcio che, dice, «dovrebbero essere ultimati nella primavera 2009: prima della prossima stagione estiva, dunque, il depuratore sarà quindi sicuramente attivo e funzionante, finalemente con tutta la sua aumentata capacità di trattamento dei liquami».Il progetto di adeguamento idraulico di cui è oggetto il depuratore di Peschiera, tutt’ora l’unico del lago di Garda, prevede un investimento complessivo pari a 16,4 milioni di euro, che sono stati finanziati per metà dal Veneto e metà dalla Lombardia. Una volta ultimati i tre lotti l’impianto potrà trattare di fatto il doppio dei liquami in entrata rispetto al passato: con il primo stralcio, già terminato con una spesa di 6,1 milioni di euro, è stata costruita la sesta linea di trattamento dei liquami provenienti dal collettore sublacuale formata da una nuova vasca di ossidazione e 2 sedimentatori .I lavori del secondo lotto, del costo di 3,8 milioni, appena ripresi, prevedono quindi il raddoppio degli impianti cosiddetti di sollevamento e del «trattamento primario» (ovvero quello che viene applicato all’inizio del processo di trasformazione dei liquami), di dissabbiatura e disoleatura con il potenziamento dei comparti di denitrificazione. Completa poi il secondo stralcio la realizzazione della tubazione di alimentazione della sesta linea di trattamento.Il terzo e conclusivo lotto (il cui progetto è già stato definito e prevede una spesa prevista pari a 6,5 milioni di euro) consiste poi nella costruzione di un impianto per la cosiddetta «defosfatazione», ovvero l’eliminazione dei fosfati, la filtrazione e la disinfezione delle acque che escono come residui a conclusione dell’intero processo produttivo del depuratore di Peschiera. Queste acque continueranno, come ora, a essere riversate nel Mincio da tutti gli scarichi che il terzo stralcio prevede di riunire. Ma con un vantaggio per l’ambiente: a lavori ultimati, infatti, nel fiume entreranno solamente acque completamente prive di inquinanti.
!
La sosta forzata dell’impianto ha spostato di un anno la data prevista, ma il progetto è stato migliorato