Diventa un libro l’ultima lettera di Benedetta Bianchi Porro

Il giorno prima di morire, il 23 gennaio 1964, a soli 26 anni, Benedetta Bianchi Porro, la venerabile sirmionese della quale è in corso il processo di beatificazione e molto amata anche da fedeli veronesi, dettò una lettera destinata al fratello minore, Corrado, che era assente per motivi di studio. Quella lettera per oltre trent’anni non è stata mai aperta. Corrado Bianchi Porro, nel frattempo divenuto giornalista e scrittore, ne ha tratto ora un libro «Ero di sentinella» (Edizioni S.Paolo, euro 14,46), un commovente e struggente messaggio d’amore lasciato da sua sorella, una storia di autentica santità. Quelle pagine si sono trasformate in un messaggio di conforto e di speranza per migliaia di disperati, di persone colpite dal male o dalla solitudine. «Corrado in queste pagine rivive il suo cammino accanto alla sorella», scrive nella sua prefazione al libro il vescovo di Loreto, monsignor Angelo Comastri. Nella sua ultima lettera consegnata alla madre, signora Elsa Giammarchi, tuttora vivente, Benedetta afferma che «solo il dolore ingigantisce il nostro amore per Lui… l’odio è nella morte e l’amore è nella vita». Che gli scritti della ragazza sirmionese siano di straordinaria intensità lo si deduce per esempio dal fatto che il ministero di Grazia e Giustizia ha permesso, già da tempo, la distribuzione nelle carceri dei suoi libri. E ancora, decine di scrittori, filosofi e uomini politici hanno potuto apprezzarne il valore leggendo i libri che, nell’arco di vent’anni, sono stati già pubblicati. A questi si aggiunge ora la testimonianza toccante scritta da Corrado Bianchi Porro. Quella mattina del 23 gennaio, Corrado, 17enne, si trovava in un collegio di Salò. Al suo rientro a casa dopo qualche giorno, ricevette la lettera e la mise da parte, senza aprirla. Fino a poco tempo fa. «Ero di sentinella» non è un volume di memorie, ma un dialogo affettuoso, che prende spunto da brani delle lettere.