domenica, Febbraio 23, 2025
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Quaranta barche affondate, tante danneggiate, decine di feriti e danni ingentissimi TERRORE TRA LE ONDE

Dopo la tempesta, il Garda si lecca le ferite

Danni per diverse centinaia di migliaia di euro, quaranta imbarcazioni affondate, molte altre gravemente danneggiate, decine di persone portate in salvo dai soccorritori e costrette a riccorrere alle cure dei sanitari. Parlare di vero e proprio “inferno sul Garda”, riferendosi alla tempesta che domenica s’è abbattuta sulla parte centro-settentrionale del lago e che solo per la tempestività della macchina dei soccorsi non ha causato vittime, questa volta non è esagerato. Raramente il vento aveva raggiunto una forza simile e le onde erano state così alte, ma mai tutto questo era durato tanto a lungo.La paura, per i surfisti, per i turisti in barca e per le circa 2500 persone che su 260 imbarcazioni partecipavano alla regata del trofeo Gorla, è iniziata verso le 11 di domenica. Gli uomini del Commissariato di Riva, partiti da Porto S. Nicolò con la “pilotina”, sono stati tra i primi ad entrare in azione e hanno tratto in salvo 23 persone, sei delle quali con ferite lievi, trasportandole al porto di Castelletto dove ad attenderle c’erano ambulanze ed un elicottero. Più difficoltoso il recupero delle imbarcazioni, molte delle quali sono affondate. Salva, anche se danneggiata, “Grifo”, la barca su cui stavano gareggiando Gianni Torboli e il suo equipaggio. «La strumentazione – spiega Torboli – segnava vento a 63 nodi, le onde erano alte 3-4 metri e respirare era molto faticoso. Ad un certo punto la barca ha scuffiato e sembrava dovesse affondare da un momento all’altro. Ogni sforzo per raddrizzarla è stato inutile e, a quel punto, abbiamo deciso di salire tutti sul gommone arrivato in nostro soccorso. Fortunatamente, quando la tempesta è calata, abbiamo scoperto che “Grifo” non era affondata ed è stato possibile anche raddrizzarla». Drammatico il racconto di Alessandro Tovazzi, dell’Associazione trentina Salvataggio Onlus. «Stavamo svolgendo servizio di controllo spiagge sul nostro gommone – spiega Tovazzi, che viaggiava insieme al collega Roberto Porro – quando alla radio abbiamo sentito che un’imbarcazione aveva scuffiato. Ci siamo lanciati in loro soccorso. Prima abbiamo fatto salire i sei membri dell’equipaggio, poi ne abbiamo raccolte altre 3 da un’altra barca rovesciata. C’era anche la Guardia Costiera con la motovedetta: un’imbarcazione sicuramente più sicura della nostra, ma le operazioni di trasbordo sarebbero state troppo pericolose e così, visto che navigare verso nord sarebbe stato un suicidio, abbiamo fatto rotta verso il porto di Campione, dove siamo arrivati non senza difficoltà. Non mi sono mai trovato in una situazione tanto critica». Anche le cifre fornite dal Circolo Vela Gargnano, sodalizio organizzatore del trofeo Gorla, danno un’idea della furia della burrasca che per oltre due ore si è scatenata sul lago. Nove le persone (una delle quali si trovava a bordo di un gommone d’assistenza e si è ferita mentre cercava di aiutare alcuni regatanti) che hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici. Una ventina le barche rovesciatesi, un paio gli “alberi” spezzatesi per la furia del vento, due le barche finite alla deriva di cui una è andata praticamente distrutta. Settanta sono i concorrenti recuperati, venticinque dei quali controllati per precuazione al presidio medico del 118 allestito a Bardolino. Le operazioni di soccorso hanno visto impegnati due elicotteri (uno di Trentino Emergenza), e alcune motovedette di Polizia, Guardia Costiera, Guardia di Finanza e vigili del fuoco.

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