Le due fiere provinciali che possiedono marchi di rilievo, anche di portata internazionale, ovvero quelle di Brescia e Montichiari, collaborano o si fanno concorrenza? E’ una domanda che a Montichiari molti cittadini e gruppi politici si stanno facendo da tempo, e con preoccupazione. Preoccupazione aumentata dalle notizie filtrate su una trattativa in corso tra Comune di Montichiari e Staff service (di Brescia) per l’acquisizione dei marchi fieristici di quest’ultima (Aliment, Muap, ExpoArte, Samarcanda, Rassegna antiquaria, Dishow). Un passaggio pensato in vista della nascita di una nuova società, nella quale lo stesso Comune deterrebbe il 51 per cento del pacchetto. Democratici di sinistra e Margherita, attraverso i capigruppo Renato Baratti e Felice Garzetti, hanno diffuso un comunicato nel quale dichiarano di non essere «pregiudizialmente contrari a nessun intervento di sviluppo del Centro fiera, purché ciò avvenga nella prospettiva di crescita in patnership con altri poli fieristici, e in particolare con quello di Brescia». In pratica, invitano la società Centro fiera spa (80 per cento del Comune e 20 della Provincia, mentre la struttura espositiva vede come unico proprietario il Municipio) ad accelerare la trattativa in corso con Brixia Expo, la nuova struttura cittadina che in dicembre aveva presentato un documento programmatico preciso: «Nell’interesse del sistema economico e produttivo bresciano – si era detto in quella occasione – è opportuno individuare obiettivi comuni ai due poli fieristici, con l’obiettivo di definire un progetto di integrazione fra gli stessi sfruttando la contiguità geografica e le peculiarità complementari». Una dichiarazione di intenti rispetto alla quale da Montichiari non è ancora arrivata una risposta definitiva. «I nostri commercialisti stanno valutando le due questioni – dice il sindaco Gianantonio Rosa -, nulla è ancora deciso, se non lo sviluppo strutturale della cittadella fieristica grazie ai fondi regionali». Forse la Centro fiera spa vuole agire da sola? «Si abbandoni la logica autoreferenziale che ha caratterizzato la recente politica del Centro fiera del Garda – invitano Baratti e Garzetti -: le uniche prospettive serie di sviluppo sono in patnership, e solo così la struttura di Montichiari potrà affrontare le sfide in campo fieristico che la attendono nell’immediato futuro». Ds e Margherita hanno anche un’altra preoccupazione: «Da dove possano arrivare le risorse economiche, ben 3 milioni di euro, per l’acquisizione dei marchi, dato che la Patrimoniale Centro fiera è costretta alla vendita di un terzo del proprio patrimonio azionario per finanziare il progetto di ampliamento già avviato?». Intanto, Brixia Expo e Centro fiera di Montichiari hanno varato il programma per il 2005 senza alcuna concordanza; senza obiettivi comuni. Anzi, risulta che «Pulchra ecclesia» (la fiera del sacro) è passata da Montichiari a Brescia senza nessun accordo, e che la fiera agricola di Montichiari e quella cittadina dell’edilizia, per fare altri esempi, si sovrappongono (dal 3 febbraio), mentre altre ancora sono previste, con nomi diversi, in entrambe le strutture e si faranno concorrenza.
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Montichiari e Brescia in corsa