venerdì, Novembre 22, 2024
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Dibattito acceso nell’incontro alla Comunità del Garda

È battaglia sui livellitra sindaci e consorzi

La splendida vista sull’isola del Garda, ammirata dagli uffici dell’omonima Comunità, che ha sede nella prestigiosa villa Mirabella a due passi dal Vittoriale, non è servita ad attenuare lo scontro tra i sindaci del Benaco e i rappresentanti dei responsabili dei consorzi irrigui, Massimo Lorenzi e Carlo Anselmi.Ci è voluta l’abilità del presidente della Comunità del Garda Aventino Frau per arrivare a un punto comune e riportare il dialogo su binari più tranquilli. Peccato solo che il sindaco di Limone Franceschino Risatti avesse già lasciato gli uffici della Comunità. «È vero, è stato un confronto franco, leale e aperto, nel quale sono emerse proposte concrete e realizzabili ed è stata individuata e condivisa una metodologia di lavoro», afferma Frau al termine della conferenza sulla «Regolazione dei livelli del Garda. Una nuova disciplina e un moderno modello di gestione».A rappresentare la sponda veronese il sindaco di Torri, peraltro vicepresidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli e il vice sindaco di Garda, Antonio Pasotti. Il primo ha rimarcato come «purtroppo si continui a parlare di livelli del Garda ma alla fine tutto rimane come sempre legato alle bizze di Giove e Pluvio». «Non dobbiamo solo sperare nella neve in montagna e nella pioggia ma a soluzioni definitive dei problemi. Il rischio di un’altra stagione con il lago basso preoccupa per il danno d’immagine e la ricaduta sul territorio».A fugare i fantasmi del recente passato ci ha pensato l’ingegnere Luigi Mille, dirigente dell’area idrografica del Po lombardo. «Le previsioni per la nuova stagione non sono critiche. Ci hanno aiutato senza dubbi le precipitazioni di fine gennaio che ha riportato il Garda a +64 sopra lo zero idrometrico di Peschiera», ha spiegato Mille, col supporto di tabelle e grafici che hanno messo in evidenza come negli ultimi cinque anni solo il 2004 non abbia creato problemi. Poi è sempre stata emergenza. Ecco quindi la necessità di rivedere il modello di gestione vigente, vecchio di oltre 40 anni e adeguarlo ai nuovi reali bisogni, con particolare riguardo all’uso turistico ed al sistema ambientale.Dal canto suo Antonio Pasotti ha ribadito il concetto espresso dal sindaco di Salò, Giampiero Cipani, sostenendo come siano «necessari interventi strutturali e il ruolo della Comunità del Garda sul tema acque» sia «fondamentale, decisivo e irrinunciabile». Inoltre il vicesindaco di Garda e presidente dell’Unione gardesana albergatori veronesi, ha ribadito la ferma opposizione all’apertura della Galleria Adige-Garda per innalzare il livello del Benaco rivolgendo l’invito ai consorzi agricoli mantovani di non avanzare pretese e accontentarsi dell’acqua rilasciata dal più grande lago d’Italia.«La nostra economia si basa sul turismo e l’uso turistico delle acque deve essere tenuto in grande considerazione», ha innescato la miccia il primo cittadino di Limone, Risatti provocando la reazione degli utilizzatori mantovani di Valle. «Abbiamo imparato a gestire molto bene l’acqua e vale la pena ricordare che i maggiori utilizzatori del Garda sono i laghi mantovani e le centrali per la produzione d’energia», ha sentenziato Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio del Mincio. «Noi usufruiamo dell’acqua del lago solo per tre mesi l’anno e quando siamo ai primi d’agosto abbiamo in pratica già esaurito la nostra richiesta per l’irrigazione delle coltivazioni. Inutile chiederci poi di cambiare le colture. La richiesta dei prodotti agricoli, come per il turismo, la fa il mercato non certo la Comunità del Garda e perciò chiediamo per la nuova stagione un maggior rilascio d’acqua nella misura del 10-15 per cento in più», ha concluso Lorenzi provocando la reazione dei sindaci benacensi.«È necessario trovare soluzioni politiche condivise e utilizzare tutti la risorsa acqua al meglio», ha provato a placare gli animi il primo cittadino di Nago-Torbole, Enio Bertolini mentre Lorenzi ha rigettato l’immagine del consorzio mantovano come ente «mangiafuoco dell’acqua». Alla fine il calumet della pace, con l’invito accolto a lavorare insieme con l’obiettivo primo della salvaguardia del lago. Nelle conclusioni il presidente della Comunità del Garda, ha annunciato la costituzione di un tavolo permanente per il controllo delle acque e di un osservatorio scientifico, segno della volontà comunitaria di elaborare un progetto per il futuro, in cui i Comuni costieri siano fortemente coinvolti nelle decisioni pur nel confronto con tutti gli utilizzatori come con gli interessi turistici, agricoli e idroelettrici.

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