venerdì, Novembre 22, 2024
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Dal passo del Duron al Monte S.Martino fra i massi di granito dell’antico ghiacciaio

E’ l’estrema propaggine settentrionale delle Alpi di Ledro

E’ l’estrema propaggine settentrionale delle Alpi di Ledro. Il Monte San Martino, un tondeggiante dosso fittamente ricoperto di boschi, piazzato di fronte agli splendidi castelli turriti delle Dolomiti di Brenta dalle quali è separato dal profondo solco d’una forra scavata nel corso dei millenni dalle acque del fiume Sarca. Anche durante la stagione invernale la cima è raggiungibile senza difficoltà con un’escursione da fare, in questa stagione, con le racchette da neve. Senza di esse la fatica e i tempi di percorrenza raddoppiano a meno di non aspettare la primavera quando le nevi si saranno sciolte. Da Tione o da Fiavè si raggiunge Passo Duròn dove si trova un ampio spiazzo per parcheggiare. Quassù transitarono anche i Franchi di Carlo Magno nel lontano 797 mentre nel 1438 si svolse una cruenta battaglia tra le truppe milanesi del Gattamelata con quelle della Repubblica di Venezia che difendevano il valico. Valico che era già conosciuto e transitato a scopi commerciali dagli antichi etruschi. Da questo storico passo si prende una stradina sterrata chiusa al traffico (frecce) che sale verso Nord. Quasi subito si incontra un bivio dove si prende la stradina di destra (la stradina di sinistra la percorreremo al ritorno). Si sale nei boschi dove s’incontrano numerosi massi granitici, regali del ghiacciaio che 10.000 anni fa circondava per intero il Monte S.Martino abbracciandone tutti i versanti con una gelida morsa. Al successivo bivio si prende la più stretta stradina di sinistra, si passa accanto a una cappelletta con un crocefisso in granito e dedicata a San Martino, raffigurato nell’atto di donare il suo mantello a un poverello. Si lasciano a destra nei prati alcune case, si passa accanto a un fienile e, poco più avanti, si lascia la stradina per una larga mulattiera che sale a sinistra. In mezzo al bosco, dove man mano diminuiscono i faggi e crescono i pini, sparsi qua e là, se ne stanno grossi massi di calcare intervallati a blocchi granitici. Si arriva così a una radura con un paletto segnaletico da dove sono visibili i ripetitori sulla vetta del Monte S.Martino: a destra un sentiero scende a Bivedo. Si prosegue diritti per immettersi su una stradina; la si segue a sinistra e si sale alla sommità che si trova un poco oltre i ripetitori. I numerosi alberi che la circondano non riescono a nascondere il panorama, che offre le Dolomiti di Brenta, la Presanella, il Carè Alto, il Monte Stivo, il Monte Altissimo di Nago, le Alpi di Ledro con la Cima Sera e il Dosso della Torta, mentre in basso si stende la graziosa piana di Fiavè. Si ritorna per un tratto sulla stradina e si lascia a destra il percorso fatto in salita. Si continua sulla serpeggiante stradina che scende con vari tornanti sul versante settentrionale della montagna. Si ignorano alcune stradine secondarie e meno evidenti di quella principale e ci si porta sul versante Nordovest, dove ci appare di nuovo l’inconfondibile sagoma del Carè Alto. Dopo aver attraversato distese di faggi, si ritorna al bivio poco sopra il passo Duròn e quindi al punto di partenza.

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