E il collettore bis di otto miliardi inciampa sulla palafitta di Cisano. Ma questo non crea problemi di ritardi, visto che oggi si può bonificare in fretta un’area archeologica, ma per gli addetti ai lavori e per gli appassionati del primo popolamento del lago di Garda, costituisce un altro prezioso frammento di storia lacustre, una testimonianza significativa di quando le «citès lacustres» benacensi erano le protagoniste dell’età del Bronzo in Italia (II millennio a.C.) Che a Cisano, nel tratto antistante l’abitato, ci sapesse dell’esistenza di un abitato palafitticolo era cosa nota fin dagli anni Venti del secolo scorso. Poi nel ’38 si effettuarono lavori di dragaggio per la costruzione del nuovo porto e tutti dissero che, malgrado i molti materiali recuperati, l’area centrale dell’insediamento era stata completamente distrutta. Ma Francesco Zorzi, direttore del museo civico di storia naturale di Verona, cocciuto come un mulo, dimostrò il contrario, e tra pioniorestiche immersioni effettuate alla fine degli anni Cinquanta e gli inizi dei Sessanta e sorrisi perplessi di colleghi scrisse che «la palafitta era ancora integra e che si trovava nei pressi della sponda». Per fortuna nella primavera dell’84 arrivò la posa in opera del collettore fognario e alla ricchezza dei materiali archeologici «sputati fuori dalla terra» in quell’occasione, fece seguito nell’86 l’intervento della Soprintendenza archeologica del Veneto durante i lavori di sistemazione della piazza, che confermò le intuizioni dello Zorzi . Si scavò una trincea lunga poco più di 21 metri e dentro la melma si riuscì per la prima volta a vedere e a toccare quasi con mano (e non quindi con difficoltose e dispendiose esplorazioni subacquee) oltre 500 pali, una massicciata di grossi ciottoli, un passerella ed una meravigliosa serie di reperti di ceramica, di osso, di metallo e di selce, attribuibili tra una fase avanzata dell’antica Età del bronzo ed una prima fase della media Età del bronzo (XVII-XVI secolo a.C.). Oggi un altro lembo del villaggio palaffiticolo di Cisano ritorna alla luce. E questo ci fa immensamente piacere, se non altro perchè arricchisce le nostre conoscenze di quel lontano passato.