L’altra sera il consiglio comunale di Salò ha definitivamente approvato la lottizzazione sulla collina di Burago, a Villa: 27.500 metri cubi. Che, uno più uno meno, equivalgono a un centinaio di appartamenti. Un’operazione da almeno trenta miliardi. Voto favorevole della maggioranza, che si riconosce nelle posizioni del Polo, ma con l’astensione dell’ex vicesindaco Giuseppe Mongiello, presidente della Comunità del Garda. Contrari, secondo copione, i rappresentanti delle minoranze. Villa è cresciuta in maniera notevole negli ultimi anni. Le cooperative economico-popolari («Athena», «SanValentino», «Lavoratori del Garda») e gli Iacp hanno edificato, in tempi diversi, gran parte della collina. Ma il Piano regolatore prevede ulteriori cubature. E non è finita, perchè è stato presentato anche il progetto di una casa di cura. La superficie del comparto è di 50.320 metri quadrati, di cui 3.120 metri quadrati di proprietà del Comune. Il resto appartiene a una cordata di imprenditori che fa capo alla cooperativa Tiglio di Ettore Angileri e alla Finsette di Livio Calubini. Tra di loro, Emilio Comini, ex assessore, Rocco Tonoli, Orazio Raggi della Sait (riuniti, tra l’altro, nell’acquisizione della Cedrinca, trasferita a Bottenago di Polpenazze), Andrea Calubini, uno dei «big» dello smaltimento rifiuti. Il progetto è stato redatto da Silvano Buzzi e Bernardo Tonni. Utilizzando la legge 23 del 1997, la volumetria, definita in 25mila metri cubi, viene aumentata di un altro 10 per cento. Il municipio avrà una fetta di 5.500 metri cubi (un blocco unico contenente 25 alloggi). La parte rimanente sarà dei privati: una serie di edifici raggruppati in maniera diversa. Altezza massima delle case: sei metri e mezzo. All’interno del comparto, rimarranno 27 mila metri quadrati di verde pubblico e 2.200 metri quadrati di parcheggi. Il progetto prevede anche una piazza. Una strada la congiungerà alla sottostante via del Melograno. L’assessore Barbara Botti e il responsabile del settore urbanistica, geometra Giovanni Ciato, hanno spiegato le modalità dell’intervento. «E’ un piano di interesse sovracomunale, per cui l’approvazione spetta alla Regione, che ha ritenuto corretta la procedura seguita – sottolinea Ciato nella sua dettagliata relazione -. Tutti i pareri di rito sono stati acquisiti. Al Pirellone viene chiesto di rispettare i parametri sismici indicati nella relazione geologica. L’Asl invita ad adeguare le reti fognarie alle norme tecniche e ad osservare le disposizioni in materia di distanze dalle fonti che generano campi elettromagnetici e di radiofrequenza. La Comunità montana Parco rammenta che il parcheggio dovrà contenere zone erbose, ed essere autorizzato. Lo Stap di Brescia stabilisce che bisognerà effettuare uno studio idraulico dettagliato per lo smaltimento delle acque piovane e del materiale di scavo, definendo altresì le caratteristiche del terreno, le capacità portanti, il valore di cedimento in condizioni dinamiche. L’Azienda speciale Garda Uno ha detto che, per la zona denominata Valene, è prevista una vasca di infiltrazione di circa 4.700 metri cubi, a monte dell’attraversamento della strada statale 572». «Proprio la vasca – prosegue Ciato – è un’opera indispensabile per salvaguardare le zone a valle di Villa-Burago, da realizzare prioritariamente o congiuntamente alla lottizzazione. La soluzione di creare pozzi perdenti per le acque piovane è accettabile solo se transitoria. Il Garda Uno chiede un profilo longitudinale delle condotte, le dimensioni dei manufatti e la dimensione dei pozzi perdenti. Il consiglio comunale aggiorna la convenzione inserendo un articolo che impegni i lottizzanti a rispettare tutte le condizioni imposte dai vari enti». La bozza del piano «girava» da una decina di anni. Parecchi gli elaborati presentati. I precedenti prevedevano una notevole dispersione degli edifici sul terreno o, per contro, un’eccessiva compattezza. I lavori dovranno essere eseguiti entro cinque anni. I privati spenderanno un miliardo e 700 milioni per le urbanizzazioni.
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