L’amministrazione comunale di Arco ha riconosciuto al luogotenente Giuseppe Rocco Dianò l’encomio solenne per il prolungato e generoso servizio svolto a favore della città di Arco, formalizzato nel pomeriggio di giovedì 24 ottobre con una cerimonia che si è svolta nella sala affrescata di palazzo Marcabruni-Giuliani.
«Per il personale apporto al miglioramento della qualità della vita e della convivenza sociale della città di Arco, attraverso il generoso impegno nel corso dei venti anni consecutivi di servizio presso il presidio territoriale dell’Arma dei Carabinieri, durante il quale ha manifestato sempre una esemplare affezione ed un sincero e profondo interessamento verso la comunità arcense, che gli sono valsi la stima e la riconoscenza di tutta la cittadinanza».
É la motivazione con cui l’amministrazione comunale ha voluto riconoscere al comandante Dianò la massima onorificenza al merito prevista per un proprio concittadino. Enorme la partecipazione alla cerimonia: per l’amministrazione comunale il vicesindaco reggente e la Giunta quasi al completo, un’ampia rappresentanza del Consiglio comunale con la presidente, inoltre tantissimi amministratori del territorio e militi dell’Arma, guidati dal comandante provinciale, tenente colonnello Maurizio Graziano, oltre al questore di Trento Giorgio Iacobone e al commissario del Governo a Trento, prefetto Francesco Squarcina.
Al comandante Dianò, dopo le attestazioni di stima e il riconoscimento dell’alto valore dell’opera compiuta nella comunità, da parte delle autorità civili e militari, il vicesindaco reggente ha consegnato una piccola scultura che riproduce la rupe e il castello di Arco, quale segno tangibile di riconoscenza e di stima da parte della città.
Il luogotenente Giuseppe Rocco Dianò è nato a Castelmezzano, in provincia di Potenza, il 21 luglio 1956 e si è arruolato nell’Arma dei Carabinieri nel 1973. La sua carriera è iniziata quale carabiniere semplice in Piemonte, poi, dopo aver frequentato la Scuola Sottufficiali, è stato destinato a Mestre al 4° Battaglione.
Nel reparto in Veneto Dianò ha maturato notevoli esperienze, tra le quali spicca la partecipazione in prima persona alle operazioni di soccorso delle popolazioni colpite dal terremoto in Irpinia e in Basilicata nel 1980; il sottufficiale in quel luogo, dove rimane per un anno, si distingue, al punto da meritare un diploma di benemerenza. Nel 1981 arriva anche la destinazione al primo incarico di responsabilità, con il comando della stazione dei Carabinieri di Noventa di Piave, in Veneto, dove rimane per cinque anni e dove acquisisce la prima verra esperienza sul campo, in un territorio strategico dell’alta Italia. Attorno al 1988 Dianò viene indirizzato dai superiori in Trentino e prende un comando dinamico come quello del Nucleo operativo e radiomobile di Cles, fulcro della valle di Non, dove resta fino al 1993, anno in cui è trasferito al comando della stazione dei Carabinieri di Arco.
Dianò ha valorizzato il suo comando, alla testa di una decina di militi e in sinergia con i comandanti della Compagnia di Riva del Garda, con i quali ha sempre intrecciato importanti rapporti di collaborazione, dimostrando attitudini direttive e capacità decisionali ragguardevoli. Le doti umane e di sensibilità sociale del comandante arcense lo hanno reso molto gradito alla gente, che a lui e ai suoi militi si è rivolta per i casi più delicati e per le incombenze di legge, trovando sempre grande disponibilità e affidabilità, al punto da meritare, nel 1997, una menzione da parte del presidente della Repubblica, nel corso della Festa nazionale dell’Arma, come uno dei cinque comandanti di stazioni che in Italia si sono particolarmente distinti nell’attività d’istituto.
Quello in corso è quindi un anno molto importante per il comandante Dianò perché, oltre a festeggiare i quarant’anni di servizio, raggiunge il traguardo dei vent’anni di comando della stazione di Arco. Nel corso della carriera, Dianò ha messo a segno circa 600 arresti, dei quali più della metà nel periodo di comando di Arco. Le sue indubbie capacità investigative lo hanno condotto a debellare varie organizzazioni dedite allo spaccio della droga, e ad arrestare il dilagante fenomeno della tossicodipendenza criminale nel suo territorio, tanto che oggi le situazioni a rischio legate allo spaccio e al consumo di stupefacenti risultano drasticamente ridimensionate. In svariate occasioni il comandante Dianò si è però distinto, oltre che per le capacità professionali (per le quali in più occasioni l’amministrazione comunale gli ha voluto esprimere la propria riconoscenza), per l’umanità con cui ha saputo svolgere il ruolo di comandante della stazione, con particolare attenzione alla prevenzione.