L’idea di tutelare l’area Gardesana e il retroterra morenico data già dagli anni ’70 quando le Province di Mantova e Brescia si fecero promotrici di una prima proposta, allora non accolta dalla Regione. Mentre il Mincio e il Baldo hanno ricevuto nel frattempo tutela nel tempo per le loro caratteristiche naturalistiche d’eccellenza, la fascia lacustre del basso Garda e le colline moreniche non hanno avuto altrettanta fortuna. Per questo nel 2003, cento associazioni hanno dato vita ad un Comitato promotore, che dopo anni di pressioni e iniziative, ha deciso di puntare alla proposta d’iniziativa popolare. «Le nostre campagne di sensibilizzazione hanno creato il terreno favorevole all’iniziativa – spiega Emilio Crosato, presidente del comitato e primo firmatario -. Ora cerchiamo di raccogliere i frutti con questa petizione che viene effettuata in tute le occasioni pubbliche, negli incontri, ai mercati settimanali. Vogliamo dare un segnale forte che il paesaggio e l’ambiente preservati sono garanzia di uno sviluppo economico compatibile. Parco non significa divieti sterili, ma promozione». Per il Comitato, si tratta di difendere uno degli ultimi lembi gardesani e morenici dall’invasione del cemento, che deturpando paesaggio e ambiente, fanno perdere valore alle aree. Se l’obiettivo sarà raggiunto, i confini del futuro parco saranno ritagliati collegando le zone tutelate già esistenti come il parco dell’Alto Garda Bresciano, del Mincio e del Baldo per formare un’area unica.
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I promotori puntano a raccogliere entro il 15 novembre le 5mila firme necessarie per presentare al Pirellone una proposta di legge regionale d’iniziativa popolare.