C’è soddisfazione nel panorama vitivinicolo gardesano dopo l’annuncio del commissario europeo all’agricoltura, Mariann Fischer Boel, sulla rinuncia all’ipotesi comunitaria di consentire la produzione di vini di colore rosa attraverso il taglio di vini da tavola bianchi e rossi. “Bruxelles – ha annunciato il ministro alle politiche agricole Luca Zaia – rinuncia ad autorizzare le miscele di vini da tavola bianchi e rossi per produrre il vino rosato. È questa l’Europa che vogliamo, fondata sul rispetto delle identità, della qualità, della sicurezza alimentare e della tradizione”.Il Consorzio Garda Classico ed i cugini veronesi del Bardolino erano state le prime realtà associative del mondo vitivinicolo nazionale a sollevare formalmente il problema, lanciando congiuntamente allo scorso Vinitaly una petizione in difesa del Chiaretto prodotto sul lago di Garda e dei vini rosati tradizionali, che come noto vengono ottenuti esclusivamente attraverso la vinificazione in rosa di uve rosse (per il Chiaretto Garda Classico si utilizza prevalentemente Groppello mentre per il Bardolino Chiaretto si utilizzano prevalentemente Corvina Veronese e Rondinella). In quell’occasione, sono state raccolte ben 1500 firme di produttori, giornalisti, ristoratori, semplici appassionati, anche stranieri. La mobilitazione dei produttori gardesani aveva immediatamente incontrato l’interesse del ministro per le politiche agricole Luca Zaia e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Aldo Brancher, entrambi firmatari della petizione.“Siamo particolarmente lieti dell’esito favorevole della vicenda – afferma il presidente del Consorzio Garda Classico Sante Bonomo, unitamente al presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi -. Siamo grati al ministro Zaia per la grande sensibilità dimostrata verso il mondo produttivo e in particolare verso chi, come noi, ha profuso impegno, passione e investimenti crescenti per valorizzare la straordinaria unicità del Chiaretto e dei vini rosati della grande tradizione italiana. La proposta comunitaria rischiava di mettere in ginocchio la nostra storia, la nostra tradizione, ma anche il nostro comparto produttivo, soprattutto in un momento come l’attuale, che, nonostante la pesante crisi finanziaria globale, vede il Chiaretto crescere nelle vendite con tassi superiori al 10%, ma anche in termini di reputazione e di favore della critica”.Strategica in questa vicenda l’alleanza fra bresciani e veronesi.“Il fronte comune tra produttori di Chiaretto delle due sponde del lago di Garda è stata un’idea vincente – conclude Bonomo- Abbiamo superato per la prima volta storiche ritrosie e rivalità, e ci siamo mobilitati per la salvaguardia di una tipicità gardesana di assoluto rilievo nel comparto enologico nazionale. Con risultati che, ora, non possono che riempire di soddisfazione”.
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Cade l’ipotesi europea di autorizzare la produzione di rosati “miscelati”: un grande risultato per la vitivinicoltura gardesana.