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Sopralzo irregolare al complesso residenziale-commerciale di via Religione. Sospesi i lavori al cantiere «per grave incidenza sull’ambiente»

Ex cartierina, stop del Tar

Dopo l’ex hotel Benaco, sul lungolago di Maderno, diventato un residence con un’ottantina di piccoli appartamenti, il Tribunale amministrativo regionale ha bloccato anche l’intervento in atto (e ormai quasi ultimato) nell’ex cartierina Gardesana di Toscolano.In passato la fabbrica, situata in via Religione, a poche centinaia di metri dalla foce del torrente Toscolano, sfornava 400 quintali al giorno di carta e dava lavoro a 16 dipendenti. L’azienda che produceva carta apparteneva al gruppo «Ada» dei fratelli Gianfranco e Adriano Taschetti di Lecco, proprietari (nella loro città) di altre unità produttive, tra cui uno scatolificio. Nel novembre 2001 la cartierina ha chiuso i battenti, un po’ a causa della scarsa economicità della piccola unità produttiva, un po’ in seguito alle polemiche sorte con gli abitanti della zona.Essendo a ciclo chiuso, l’azienda chiudeva il sabato e riapriva il lunedì, col risultato che, dall’acqua ristagnante, esalava un odore puzzolente, che infastidiva il vivere quotidiano dei residenti nella zona.Approvata, a maggioranza, una variante al Piano regolatore, nell’ottobre 2004 il consiglio comunale di Toscolano Maderno ha autorizzato la conversione dei 17.950 metri cubi dell’azienda da produttivi a commerciali (un supermercato, inferiore a 1.500 metri quadrati) e residenziali (almeno 11 mila metri cubi). I lavori, una volta incassato il via libera dal Municipio, sono iniziati rapidamente, e questa estate la «Migros», una catena di origini svizzere, ha chiuso i locali nel complesso Montagnette, davanti alle scuole medie, per trasferirsi qui, nella nuova sede, inaugurata alla presenza delle autorità. Completata la prima tranche, il cantiere è rimasto aperto per la costruzione degli appartamenti.Tempo fa Luca Rinaldi, Soprintendente per i beni architettonici e il paesaggio di Brescia, Mantova e Cremona, ha effettuato un sopralluogo per decidere in merito al sopralzo dell’edificio, richiesto dai costruttori della «Thema srl», che fa capo a Ezio Stagnoli, con una domanda di variante in corso d’opera, subito accettata dal Comune. Rinaldi si è reso conto tuttavia «che il sopralzo dell’intero complesso immobiliare era già stato realizzato. Ma non solo. Compariva addirittura un ulteriore sopralzo, costituito da tasche in falda e abbaini, non indicato nella documentazione inviataci appena una settimana fa». Da qui l’annullamento dell’autorizzazione paesistica e l’ordine di sospendere immediatamente i lavori, per «la grave incidenza sull’ambiente».Affidatasi allo studio legale di Gianfranco Fontana, la Thema ha presentato ricorso contro il provvedimento. Ma ora il Tar (presidente Roberto Scognamiglio, referenti Federica Tondin e Francesco Gambato Spisani) le ha dato torto, riconoscendo le ragioni della Soprintendenza, difesa dall’Avvocatura di Stato, e dei proprietari di un altro centro commerciale, la famiglia Camozzi del «Montebaldo», rappresentati da Angelo Carattoni, Giovanni Gerbi e Carlo Bilanci. Dopo avere esaminato «le immagini fotografiche dell’edificio preesistente, che si sarebbe dovuto riqualificare, e del complesso ora in via di completamento», i giudici sostengono che «appare evidente come il fabbricato in corso di costruzione sia di imponenza e dimensioni molto maggiori di quello vecchio. Sotto tale profilo la decisione della Soprintendenza appare condivisibile, per lo meno nella parte in cui censura il difetto di istruttoria della autorizzazione paesistica, che non valuta in alcun modo l’impatto della nuova struttura sull’esistente, ovvero il modo (armonico o no) in cui essa si inserisce nel contesto attuale». Ora le porzioni abusive dovrebbero essere demolite.Ricordiamo che, in Consiglio comunale, la minoranza (area di centrosinistra), ha sempre criticato l’operazione. Il capogruppo, Antonio Foglio, ha sostenuto che «i vantaggi non vanno alla comunità, ma solo agli speculatori edilizi. Le numerose varianti al Prg hanno già fatto lievitare la volumetria residenziale. C’è bisogno semmai di interventi economico-popolari, e non di tipo speculativo. Sarebbe stato più opportuno destinare l’ex cartierina ad attività turistiche, in sintonia con le aree vicine (campeggi «Toscolano» e «Foce»), o artigianali leggere, tali da non creare disturbo alle abitazioni esistenti».Il sindaco Paolo Elena ha sempre replicato che si trattava di «uno stabilimentino obsoleto. In una situazione del genere bisogna andare incontro alle richieste dei privati, intenzionati a riqualificare l’area. Per quanto riguarda l’individuazione di una zona per gli artigiani, abbiamo deciso di far fronte alle loro richieste di volta in volta, secondo le necessità».

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