All’inizio del mese di luglio 2013 erano state rilevate sulla superficie dell’’aratro del Lavagnone, conservato preso il Civico Museo Archeologico “G. Rambotti” di Desenzano del Garda, delle microfratture e una frattura di maggiore entità in corrispondenza della bure.
Il conservatore del museo, verificata la necessità immediata di un intervento specialistico, aveva contattato la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia che nel giro di pochi giorni aveva risposto inviando in museo la restauratrice A. Gasparetto per verificare l’entità e la gravità della situazione e per valutare gli interventi di restauro necessari.
A seguito di questo sopralluogo era stata stesa una relazione in cui venivano indicate sia le procedure necessarie per il restauro che fornite le prescrizioni necessarie per poter esporre nuovamente il prezioso reperto.
Il restauro è stato realizzato immediatamente, onde evitare l’ulteriore deterioramento dell’aratro. Per quanto riguarda invece il nuovo supporto richiesto dalla Soprintendenza e l’impianto di monitoraggio, si è proceduto all’individuazione di ditte specializzate e alla richiesta dei preventivi.
Sulla base delle esperienze maturate da altri musei (Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, presso il Padiglione Aeronavale 2 piroghe di epoca altomedioevale, recuperate nel fiume Oglio; Museo di Crema e del Cremasco, 4 piroghe) si è deciso di realizzare un supporto appositamente progettato che unisca alla funzionalità anche un aspetto gradevole alla vista e poco intrusivo.
Per quanto riguarda il monitoraggio costante è stato necessario progettare un sistema di sensori connessi a un software in grado di rilevare i cambiamenti ambientali “sensibili” per la conservazione di un manufatto in legno, unico al mondo.
Grazie alla sensibilità nei confronti del patrimonio culturale del territorio gardesano del Rotary Club di Salò e Desenzano del Garda e del suo presidente F. C. Orlandi che ha messo a disposizione un consistente contributo economico di 14.000 euro, all’interessamento costante dell’amministrazione comunale di Desenzano, nelle persone del sindaco R. Leso e dell’Assessore alle Politiche sociali – Educative – Culturali – Temporali – Per le Pari Opportunità A. Soccini, è ora possibile intraprendere tutte le azioni necessarie affinché il prezioso aratro, il più antico al mondo, sia restituito in breve tempo alla comunità.