«Sta bene ed è in una splendida famiglia». Sono queste le uniche notizie che è dato sapere della piccola venuta alla luce alcune settimane fa nel reparto di ostetricia della casa di cura Pederzoli e data in adozione pochi giorni dopo la nascita, secondo la volontà espressa dalla mamma. Una vicenda a lieto fine, di quelle che aiutano a far brillare di più le luci di questo Natale e a riscaldare gli animi spesso turbati da una cronaca ben diversa e che parla di bambini gettati ovunque perché non voluti o perché la madre o i genitori pensano o sanno di non poterli accudire. Storie di solitudine e disperazione ma che, evidentemente, possono avere un’altra conclusione: la vicenda della piccola di Peschiera lo dimostra e, insieme a lei, quella degli altri neonati che in quest’anno hanno vissuto la stessa avventura di essere, per così dire, messi al mondo due volte. «In effetti è un po’ così; i nostri servizi si sono occupati in questi mesi di sette bambini che le madri hanno deciso di non tenere con sé», spiega Paolo Giavoni, responsabile dei servizi territoriali dell’Ulss 22. «In termini pratici», continua, «questo significa che gli operatori accompagnano queste mamme nel loro percorso, sia sanitario che psicologico; le aiutano a elaborare l’inevitabile senso di lutto che consegue alla rinuncia di un figlio e una volta constatato che anche il o i genitori sono consapevoli e convinti della scelta di non proseguire la vicenda genitoriale, si attivano le procedure necessarie perché il tribunale regionale dichiari l’adottabilità del neonato». Un percorso che in tutto può richiedere non più di qualche giorno o settimana al massimo; tant’è che la famiglia adottiva si reca in ospedale a prendere il proprio figlio o figlia. Così è stato anche nell’ultimo caso, il primo verificatosi all’ospedale di Peschiera. «I nostri interventi si rifanno alla legge 184 del 1983, ovvero quella sugli affidi e le adozioni; dopo le esperienze che ci hanno coinvolto direttamente, abbiamo deciso di lavorare alla stesura di un protocollo ben definito», sottolinea Giavoni, «in modo da uniformare le procedure da far seguire alle strutture ospedaliere e agli uffici comunali del territorio di nostra competenza». «Dal personale sanitario a quello dei servizi dell’Ulss, dall’ufficio anagrafe del Comune a quelli competenti del Tribunale di Venezia: a tutti va il nostro plauso. Questa è una chiara dimostrazione», commenta il sindaco arilicense Umberto Chincarini, «di come si possa giungere a risultati straordinari con la collaborazione di tutti; e soprattutto è un messaggio positivo per le mamme in attesa, che devono sapere di poter contare sull’assistenza e il supporto necessari ad affrontare ogni scelta legata alla nuova vita che deve nascere, nel rispetto dell’anonimato». Alla famiglia che ha adottato la piccola nata a Peschiera l’amministrazione ha fatto trovare in ospedale un mazzo di fiori bianchi. «Ovviamente non abbiamo potuto né incontrarli né sapere anche solo come si chiamano. Ma non potevamo rinunciare ad esprimere loro il nostro più sincero e sentito augurio», spiega il sindaco, «per la vita di famiglia che li attende; una testimonianza di tutto il bello e il buono di cui può essere capace questa nostra società».
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Funziona il servizio che consente alle mamme di partorire in anonimato e di garantire ai loro bambini una vita serena in una nuova famiglia