lunedì, Dicembre 23, 2024
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Il passato di Nago-Torbole rivela progetti e storie rivisitate e valorizzate dagli storici locali

Fortezze, capre e trenini

Le fortificazioni tedesche della seconda guerra mondiale, le umili capre come fondamentale risorsa economica del passato, e anche dell’altro ancora. Sono i principali argomenti dell’ ultimo numero della Giurisdizione di Pénede, il 14º quaderno della serie edita dal Gruppo Culturale di Nago-Torbole. È l’ingegner Giorgio Cocconcelli che si occupa delle opere di difesa nell’Alto Garda. Parte della Blaue Linie, costruita per ordine di Hitler nel’44.E si tratta di quella serie di postazioni e di rifugi antiaerei, camminamenti, in parte riutilizzando quanto rimane ancora delle linee difensive costruite nella precedente grande guerra, e di cui sono rimaste tuttora tracce evidenti lungo tutta la sponda nord del lago di Garda. Ferdinando Martinelli, invece si occupa della storia di un progetto mai realizzato: quello della ferrovia gardesana. Doveva congiungere Verona a Riva. Se ne cominciò a discutere a fine secolo scorso e anche la si progettò, ma non se ne fece mai nulla per motivi politici. C’era allora ancora un confine di mezzo fra Trentino e Italia. Particolarmente interessante e al tempo stesso curiosa la ricostruzione storica dell’epopea della capra. L’ha scritta Giovanni Berti e ricorda con dovizia di particolari, ben noti agli anziani, di quando l’animale abbondava a Torbole ma soprattutto a Nago. Un animale che meriterebbe un monumento, secondo chi ha vissuto in quei tempi e ben sa, quanto esso sia stato fondamentale, spesso unica risorsa per tante famiglie disagiate. A prescindere dalla sua fama d’animale dannoso alla vegetazione. Ci sono anche pagine dedicate ai ricordi: quelli (tanti) di Elfriede (austriaca con ascendenze torbolane) e di Giacomo Nones. Ricordi, quelli di Nones, che rievocano la figura del padre, maestro di generazioni di scolari. Concludono i ritrovamenti archeologici di frammenti di vasellame, di Tullio Pasquali, e il restauro della chiesa di S. Andrea, di Aldo Miorelli.

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