In gergo pugilistico lo chiamerebbero il colpo del kappao. L’ennesimo, micidiale, colpo subito dalla statale Gardesana occidentale nel pomeriggio di ieri, attorno alle 18.30, potrebbe avere conseguenze pesantissime. Un tratto di strada, circa una trentina di metri stando ai primi accertamenti effettuati nella notte, non c’è più: è stato ingoiato dal lago, dopo l’ennesima frana scaricata dalla montagna. Un migliaio di metri cubi di roccia, secondo le prime stime, ha cancellato la 45 bis. Non sembra, al momento, che ci siano vittime. Il luogo è a poche decine di metri dal punto in cui, neppure due anni fa, un altro smottamento aveva portato alla tragedia, con la morte di un pensionato di Arco. Il territorio appartiene al Trentino, appena 300 metri a sud di Riva, tra la prima e la seconda galleria. Immediata è scattata l’interdizione al passaggio delle auto, mentre questo nuovo fatto potrebbe indurre l’Anas a riconsiderare la decisione di riaprire domani la Gardesana a sud di Limone, dove un mese fa l’ennesima frana si era abbattuta sulla statale. Per Limone – mille abitanti, oltre 50 alberghi, un’attività basata quasi totalmente sul turismo – la situazione che va delineandosi pare ricordare un tempo lontanissimo, quando la Gardesana non c’era (venne inaugurata nel 1931) e i collegamenti erano possibili solo attraverso il lago o salendo a Tremosine. Allora, però, la gente viveva di pesca e olivicoltura, non di turismo. Testimone occasionale della frana di ieri è Antonio Cerrone, conosciutissimo e stimato medico di Limone. Cerrone deve probabilmente la vita a una distrazione della figlia Maddalena, che aveva scordato il cellulare. Racconta: «Stavo andando con mia figlia a Riva, per prendere l’altra sua sorella, Francesca, che sta frequentando un corso di nuoto. La più grande frequenta la prima classe dello Scientifico, la piccola è in seconda media, al Conservatorio. «C’è stato un piccolo, provvidenziale intoppo – continua il medico -: la ragazza mi ha fatto perdere qualche istante perché aveva dimenticato il telefonino. Dopo averla attesa ci siamo avviati e, poco prima di raggiungere Riva, siamo stati superati da una vettura, che viaggiava a velocità sostenuta. Qualche istante dopo, la ragazza mi ha fatto notare che la stessa macchina era ferma davanti a noi, in curva, in maniera imprudente. Nel frattempo, un’altra macchina sopraggiungeva sulla corsia opposta, lampeggiando nel tentativo di indicare qualcosa». A qualche metro, era appena caduta la frana, scansata per pochi minuti. Il medico è rientrato, avvisando i vigili. Ed è scattato subito l’allarme.
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