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Gli Ordini Francescani sono tre, lo spiega il francescano padre Anacleto Mosconi.

Francescani sul Garda

Gli Ordini Francescani sono tre. Il primo è quello dei frati Minori; il secondo delle Clarisse; il terzo, Secolare e Regolare. Bene lo spiega il francescano padre Anacleto Mosconi autore con Elena Ledda dell’elegante volume, “Presenza Francescana sul Garda”, ricco dell’apparato fotografico di Ezio Bellot. Padre Mosconi si era ampiamente occupato in precedenza del tema qui ulteriormente sviluppato; e aveva lavorato anche sul rapporto di Gabriele d’Annunzio con il Francescanesimo. Dannunzista stimata, e ben nota, è Elena Ledda, già bibliotecaria del Vittoriale, autrice di numerosi saggi, alla quale evidentemente si deve soprattutto (ma non solo) il contributo specialistico delle pagine dedicate al Principe del Vittoriale.

Il titolo del pregevole volume indica l’ampio ambito del lavoro in cui entra, in forma quasi marginale, il Gabriele francescano.

Il tema dell’opera è inquadrato nella Prefazione dal padre gesuita prof. Alfredo Alvarez, profondo conoscitore della storia del Francescanesimo, il quale ricorda che, “secondo una solida tradizione, supportata anche da recenti studi su documenti d’epoca, san Francesco nel 1220, di ritorno dalla Terra Santa”, compì la visita ai fratelli delle “case venete e lombarde di Brescia, Bergamo, Milano, Pavia e Cremona. Proveniente da Verona si fermò sul lago di Garda e, giunto sulla sponda bresciana, ricevette in dono una casa e un campo da Biemino da Manerba, miles dell’imperatore Federico II, per adibirla a romitorio per i frati. Alcuni indicano questo eremo nell’isola del Garda [ed è il luogo più probabile]; altri a Gargnano”.

E proprio da questa presenza francescana sul lago prende avvìo il nuovo lavoro di Elena Ledda e di padre Anacleto Mosconi, frutto di anni di ricerca: Il saggio “considera il movimento francescano in tutte le sue componenti” e offre la mappa di celle eremitiche, di scuole di teologia e dei centri di corale preghiera che si sono sviluppati a partire proprio dal soggiorno gardesano del santo. Il prefatore annota ancora che “Presenza Francescana sul Garda” – non totalmente nuovo –, è stato edito nell’ottavo centenario del primo lungo viaggio di Francesco fuori dall’Italia verso il Marocco.

Ma il libro completa non solo le precedenti ricerche sul tema. Puntualizza anche il rapporto di Gabriele d’Annunzio con la cultura e il mondo del Poverello – grandissimo poeta, assai ammirato dal personaggio del Vittoriale – dai quali fu particolarmente attratto anche se, il 31 agosto del 1926, accompagnando un’offerta al Convento dei Cappuccini di Barbarano di Salò, scrisse: “Il mio san Francesco non è quello di tutti”. E a dissipare ogni dubbio sul suo “essere francescano” così aveva informato, pochi mesi prima, il 17 giugno 1926, Giancarlo Maroni, suo architetto: “In questi ultimi tempi, sì è scatenato il mio disdegno per le forme tradizionali del misticismo. Il mio misticismo è mio, singolarissimo. Scrivo un libro per disingannare gli sciocchi che mi credono francescano […] Sono francescano del Quarto Ordine”. L’Ordine, appunto, che non esiste.

A.M.

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