La Comunità sceglie un politico di razza per tentare il suo difficile rilancio Al neoeletto, già sulla stessa poltrona nel 1967, 27 voti su 27. «I nostri compiti? Viabilità, porti, qualità delle acque, navigazione, ma non il turismo» «I Comuni fuoriusciti? Con progettualità chiara e di ampio respiro torneranno» Un ritorno. Gradito, vista l’unanimità dei voti raccolti all’assemblea generale straordinaria a Palazzo Benamati di Toscolano Maderno. Aventino Frau, classe 1939, avvocato, senatore della Repubblica, succede a Pino Mongiello e torna a occupare la poltrona di presidente alla Comunità del Garda, ente interregionale nato cinquant’anni fa. Dopo 38 anni Frau, vicentino di nascita, bresciano e veronese d’adozione, torna a ricoprire un ruolo già svolto con grande dedizione per otto anni a partire dal 1967, quando era sindaco di Gardone Riviera, dopo che era stato a Puegnago (novembre 1960) il più giovane primo cittadino d’Italia. Fu proprio in quel periodo che l’ente interregionale venne rifondato, trovò nuova linfa e maggiore peso politico. Tutte componenti che da alcuni anni mancano alla Comunità del Garda, in forte calo di fascino e consistenza dopo la fuga dei Comuni associati. L’elezione di Aventino Frau, residente a San Zeno di Montagna, va vista proprio nell’ottica di un rilancio della Comunità, che per la prima volta ha un direttivo composto da soli sindaci. Sono sette i primi cittadini nel parlamentino che entro il dicembre del 2006 disegnerà i futuri compiti della Comunità: Lorenzo Sartori (Cavaion), Giorgio Passionelli (Torri), Gianpiero Cipani (Salò), Alessandro Bazzani (Gardone Riviera), Gian Luigi Marsiletti (San Felice del Benaco), Claudio Molinari (Riva) e Bruno Righetti (Cavriana). Completa il direttivo Marcello Corbelli per la Provincia di Brescia. All’assemblea generale, iniziata con un minuto di raccoglimento per ricordare le figure di Luigi Canepa, già segretario della Comunità, e Silvano Boni, ex sindaco di Toscolano, assente la Provincia di Verona, c’erano 27 soci che a scrutinio segreto hanno eletto con 27 voti Aventino Frau. Proprio quest’estate il senatore di Forza Italia, di fronte alla crisi della Comunità, aveva portato avanti una sua personale iniziativa volta a ridestare attenzione politica sulla questione. «Capisco che le Province vogliano gestire direttamente i soldi del turismo, ma questo non deve portare ad affossare un ente importante come la Comunità», disse allora Frau. «Si rischia di eliminare una struttura che funziona senza avere nulla in grado di sostituirla. La soluzione è tutta politica». Concetti ribaditi in una pubblicazione, stampata il mese scorso, che ripercorre il mezzo secolo di storia della Comunità del Garda. «Il problema del Garda», scrive Frau, «è tutto politico e va ripensato nella sua filosofia generale. La Comunità è ancor oggi un’associazione di enti pubblici, non un’istituzione. Se i Consorzi, le Comunità montane, le Province lavorano male, vivono egualmente, ma la Comunità vivrà solo se sarà uno strumento politico». Da Roma, Aventino Frau appena eletto conferma questi intenti: «Il nostro obiettivo è il Garda nel 2030. Dobbiamo lavorare, come nel 1967, con il proposito d’immaginare il potenziale sviluppo del nostro territorio in futuro. Solo pensando in grande possiamo rilanciare il Benaco. Compito della Comunità sarà focalizzare l’attenzione su grandi temi come la viabilità, portualità, qualità delle acque, navigazione pubblica e privata. In campo turistico invece non compete certo all’ente interregionale occuparsi di fiere e commercializzazione del prodotto vista la presenza sul territorio di consorzi già deputati a questo compito. I Comuni fuoriusciti? Credo che di fronte a una progettualità chiara e di ampio respiro non sia improbabile un rientro in seno alla Comunità dei centri rivieraschi che negli ultimi anni hanno abbandonato la Comunità».
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Al senatore di Forza Italia il posto lasciato vacante da Pino Mongiello: riuscirà ora a mettere d’accordo veronesi, bresciani e trentini?