lunedì, Febbraio 24, 2025
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Stasera il Consiglio comunale ratificherà l’uscita dall’ente di Gardone dopo una adesione lunga 33 anni. Il presidente Frau scrive al sindaco Meschi: «Logica da piccolo contabile»

Fuori dalla Comunità, è polemica

Ora è ufficiale. Nel Consiglio comunale convocato per stasera alle 20,30 Bardolino ratificherà l’uscita dalla Comunità del Garda. Trova quindi conferma l’anticipazione dell’Arena sulla clamorosa decisione dell’amministrazione retta da Pietro Meschi di abbandonare l’ente interregionale di stanza nel bresciano, a Gardone Riviera. Un gesto eclatante perché arriva da un paese che da oltre trent’anni, esattamente dal 12 febbraio 1973, aderisce alla Comunità. Il motivo del recesso è motivato da una serie di fattori primo fra tutti la convinzione del sindaco Meschi che l’ente di Gardone non consideri preminenti gli interessi dei Comuni rivieraschi rispetto a quelli dell’entroterra. Alle spalle di questa decisione rimane poi la ferma volontà di alcuni dei più importanti paesi che s’affacciano sul più grande lago d’Italia di unire tra loro le forze per dare vita ad un’opera di collaborazione atta a risolvere problematiche connesse alla specificità territoriale lacustre.Una decisione quella di Bardolino che non ha mancato comunque di scatenare la reazione del presidente della Comunità del Garda Aventino Frau. L’ex senatore ha preso carta e penna e inviato una lunghissima missiva al sindaco Meschi.«Non entro nel merito se sia meglio spendere alcune migliaia di euro all’anno in una piccola società turistica locale o nella partecipazione alla Comunità. È una scelta che peraltro i Comuni fanno in piena libertà». «I Comuni possono scegliere di spendere il denaro in fuochi di artificio, manifestazioni d’intrattenimento, serate popolari ben piuttosto che occuparsi di quanto il lago si stia inquinando, di come porre limite all’incedere imperioso delle seconde case e delle relative conseguenze ambientali, alla moltiplicazione senza ordine e senza un disegno generale di scafi e motoscafi sulle acque del lago per non parlare di un minimo di ordine ambientale per tutto il Garda. Non posso però», continua lo scritto di Frau, «assumere la responsabilità di lasciar abbattere – per quattro soldi di quote che peraltro si possono rivedere – la Comunità del Garda che ha operato certo con alcuni errori, ma positivamente (basti pensare alla depurazione delle acque del lago) per cinque decenni. Del resto se un sindaco fa scelte sbagliate e danneggia la sua stessa collettività gli elettori cambiano il sindaco, non sopprimono il singolo Comune». Frau, in merito alla richiesta dei paesi rivieraschi di contare di più all’interno dell’ente interregionale, non esita a sottolineare come il lago di Garda abbia bisogno delle comunità dell’entroterra benacense per contare di più a livello di regione gardesana. È infatti dalla sommatoria dei Comuni collegati alla Comunità se la stessa ha ottenuto maggior credito dallo Stato ottenendo, ultimo in ordine cronologico, il servizio di Guardia costiera sul Garda, non solo per il periodo estivo ma per tutto l’arco dell’anno. Tutto questo non vieta «che su temi più particolari i Comuni di sponda siano più direttamente coinvolti». La lunga analisi di Frau non dimentica di citare l’uscita, avvenuta l’anno scorso, della Provincia di Verona sottolineando però che «la Comunità del Garda non può suicidarsi o essere uccisa da defezioni più o meno organizzate. Si tratta di un patrimonio di conoscenze, di esperienze, di storia gardesana, di rappresentatività che altri laghi ci invidiano. L’uscita di alcuni membri ci costringerà certo a ridurre la struttura e a rinunciare al contributo di lavoro di qualche collaboratore interno ed esterno. Ma la presenza di una maggioranza sufficiente di aderenti mi fa pensare», continua l’ex senatore, «che il senso positivo dell’unità del Garda non è un capriccio o una illusione ma una necessità. La Comunità si trasformerà in consorzio per rafforzarsi e servire il Garda nei suoi grandi problemi». Concetti alti per arrivare alla stoccata finale: «Certo, si vorrebbe la presenza più ampia, la collaborazione più viva e tutto questo non va scambiato con le quote di adesione, con la logica di qualche piccolo contabile trasformato in uomo politico. Solo cosi la comunità potrà gratificare, non con servizi ma con stabili successi, coloro che hanno saputo guardare avanti con fiducia». Pensieri e parole di Aventino Frau.

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