venerdì, Dicembre 20, 2024
HomeManifestazioniAvvenimentiGarda a secco, chiuse le dighe
Siccità. Benaco al suo minimo storico: toccata la quota-limite di 15 cm sullo zero idrometrico Da oggi niente acqua al Mincio: non accadeva dal 1953

Garda a secco, chiuse le dighe

Più basso di così non si può: raggiunta la quota-limite di 15 centimetri sullo zero idrometrico, da oggi a mezzogiorno il lago di Garda verrà «blindato» per impedire un ulteriore abbassamento dei livelli. Non succedeva dal 1953. Per la prima volta dopo mezzo secolo sarà chiusa per siccità la diga di Salionze, lasciando al fiume Mincio appena un minimo vitale di 10/15 metri cubi d’acqua al secondo contro gli attuali 45: praticamente un rigagnolo, perchè il lago ha già dato proprio tutto quello che poteva. Signori, si chiude. I tecnici del Consorzio del Mincio sono ormai obbligati alla «chiusura delle derivazioni», una misura drastica che era nell’aria già dall’altroieri, e che oggi verrà messa in atto su ordine dell’Aipo, l’Azienda interregionale per il fiume Po. Perchè la «quota 15» raggiunta in questi giorni è, per legge, un limite invalicabile. Ieri si era già risaliti a quota 16 (dopo i 15 di martedì), ma non basta per far rientrare l’emergenza. «Il limite di 15 centimetri – spiegano i tecnici del Consorzio – è fissato da una circolare del 1965 del Ministero dei lavori pubblici: allora venne calcolato, e il valore è tutt’ora valido, che sotto quota 15 si verifichi una situazione insostenibile per il Garda. Possono essserci gravi problemi alla navigazione e ai porti, oltre a inconvenienti estetici per l’affioramento di alghe, tubature fognarie sommerse, cattivi odori e deturpamento delle spiagge con gravi ricadute sul turismo, settore chiave dell’economia locale. Purtroppo il valore limite è stato raggiunto». E’ la navigazione sul lago che preoccupa. «Già due settimane fa abbiamo ritirato dal servizio gli aliscafi, sostituendoli con catamarani – spiega l’ingegner Marcello Coppola, direttore della Navigarda -. Per il resto tutto regolare, gli attracchi dei battelli sono agibili e per ora riusciamo a navigare. Ma la chiusura della diga del Mincio è, almeno per noi, una buona notizia». Del resto, basta passeggiare sulle spiagge del basso lago per vedere confermate le valutazioni degli addetti ai lavori. Ci sono aspetti pittoreschi. A Sirmione, al lido delle Bionde, il noleggiatore di pedalò ha dovuto sospendere l’attività: le acque si sono ritirate di 50 metri e i natanti sono incagliati sull’arido fondale roccioso. In fondo alla penisola si arriva a piedi asciutti sulle spiaggette delle Grotte e di punta Grò: l’anno scorso ci si andava con le braghe arrotolate al ginocchio. A Desenzano sono proibiti i tradizionali tuffi dal pontile Feltrinelli: «Acqua bassa, vietato tuffarsi», avverte un cartello collocato sabato scorso dopo che un ragazzo ha battuto la testa sul fondale. A poche decine di metri dal pontile, affiora la grossa condotta della presa dell’acquedotto. Qua e là, la secca ha smascherato anche i tubi degli ultimi scarichi abusivi. «Fu proprio durante l’ultima grande secca, nel 1985, che facemmo la prima mappatura degli scarichi abusivi – ricorda il dottor Angelo Benedetti, direttore della Asl di Salò -. Non fu difficile individuare i tubi comparsi alla luce del sole». Ora, a proposito, è spontaneo domandare se il lago così basso basso faccia male alla salubrità delle acque, proprio in relazione agli scarichi. Strano ma vero, è proprio il contrario. L’acqua è poca, ma al di là delle apparenze (fanghiglia, alghe in secca) è più pulita che mai. Spiega Benedetti: «Meno piove, minore è il rischio di sversamenti di acque reflue e fognarie nel lago. Basti pensare che quest’anno solo in cinque spiagge sono insorti problemi di balneabilità, contro i quindici casi della scorsa estate, che fu molto piovosa. E’ infatti nel caso di forti temporali che entrano in funzione valvole di sfogo e scolmatori. Ma se non piove mai, i tubi non hanno problemi di portata e il lago viene risparmiato». Sotto controllo, per ora, anche la situazione delle alghe: le ultime analisi indicano un contenuto di 400 mila cellule algali per litro d’acqua, contro un limite di legge di 5 milioni. Ma l’Asl avverte: «Le alghe proliferano di norma in autunno, tra ottobre e novembre. Se per quel periodo il lago non sarà salito, allora potremmo avere problemi molto seri». Molti acquedotti, Desenzano in testa, pescano infatti dal lago l’acqua, che viene poi depurata per il consumo domestico. Ma se si supera la concentrazione di alghe, scattano problemi sanitari. Con il rischio di dover chiudere, dopo le dighe, anche i rubinetti.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

In Evidenza

Dello stesso argomento

Ultime notizie

Ultimi Video