lunedì, Dicembre 23, 2024
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La società di servizi è al centro di disaccordi politici sulla formula societaria

Garda Uno «paralizzato» Rinviato il voto del bilancio

Aria di crisi al Garda Uno. L’assemblea che avrebbe dovuto approvare il bilancio 2003 e quello preventivo è stata rinviata a data da destinarsi. Ma non si tratta di divergenze sullo strumento economico. Il rinvio è stato dettato, con il consenso della maggioranza, dalla necessità di dare un’identità ben precisa alla società, di formulare un piano strategico, di rivedere la situazione dell’assetto istituzionale e, dunque, di ripensare anche la formazione del Garda Uno così com’è oggi (cioè articolata in una società per azioni ed un’altra a responsabilità limita). In parole povere: si deve ricominciare da zero. Mai, nell’ultradecennale esistenza del Garda Uno, che ha in mano l’intera attività di risanamento del più grande lago italiano e lo smaltimento dei rifiuti urbani di gran parte dei comuni rivieraschi, la crisi era stata così profonda. Tanto che l’assemblea, svoltasi a porte chiuse (non per decisione dei vertici, ma perché le norme societarie lo dispongono), ha deciso all’unanimità di istituire una commissione, composta dai presidenti e vicepresidenti delle due società oltre ai revisori dei conti e ad eventuali consulenti esterni, che avrà il compito di presentare una relazione sulla situazione attuale, di indicare le possibili strategie future, di formulare un esame sulla normativa che prevede la possibilità di tenere in piedi una sola società anziché due. Questo perché, nel frattempo, dalla data in cui sono nate le società del Garda Uno (era metà maggio del 2003), sono entrate in vigore le nuove norme (legge sugli àmbiti idrici). Che l’assemblea fosse destinata a rimanere solo un appuntamento formale e nulla di più, lo si era intuito quando il bilancio presentato non aveva avuto una sua paternità. Difatti, il consiglio d’amministrazione ha fatto sapere di non averlo prodotto né tanto meno di averlo visionato, lo stesso hanno lasciato trasparire i vertici societari. La commisisone avrà tempo fino al 16 febbraio di presentare la sua relazione, dunque un mese giusto per saperne di più del destino della società gardesana. «In sei mesi – osservano due interlocutori presenti ai lavori svoltisi nella sala conferenze della sede di Padenghe – la società Garda Uno è stata praticamente immobile, senza poter operare un minimo di iniziativa o di strategia». A metà maggio, come si diceva, c’era stato il trapasso dalla vecchia «Azienda speciale» presieduta da Guido Maruelli, ad una nuova società. L’assemblea, a sorpresa, aveva poi indicato un nuovo presidente: Diego Ardigò, sindaco di Tremosine, in quota a Forza Italia. Con lui, in veste di vicepresidenti, vennero eletti Giancarlo Menegato e Paolo Bellini. Per la Srl, invece. presidente fu nominato Isidoro Bertini, sindaco di Manerba, e «vice» Alvaro Savoldi e Guido Maruelli. Già quella sera Fiorenzo Pienazza, sindaco ulivista di Desenzano, aveva chiesto un rinvio dei lavori di almeno due settimane per la scelta degli assetti societari. Ma poi, dopo una lunga maratona scandita da sospensioni (ben quattro), l’assemblea decideva per la nomina degli attuali vertici.

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