Sulla via Kurcatova di Gomel, al numero 9, è aperta una nuova sede per la solidarietà internazionale: è quella dell’associazione Garda Solidale che formalizza in tal modo – grazie alla partnership con Patmos, sodalizio che nella città bielorussa si occupa soprattutto di bambini di strada – una presenza divenuta insostituibile, per una popolazione duramente provata dalla crisi economica. È un ulteriore passo avanti nel rapporto fra la gente di quella lontana regione europea e Garda Solidale, associazione che lavora al di qua e al di là dei confini lacuali anche in altre varie parti di Lombardia: da Puegnago a Treviglio, da Cologno al Serio a Vittuone, da Mantova a Milano, così che non poteva mancare il riconoscimento della Regione Lombardia, concretizzatosi con la delibera d’iscrizione all’Albo ufficiale. Nei mesi scorsi, lo ricordiamo, un convoglio umanitario è partito da Desenzano, è arrivato a Gomel per compiere la sua missione, ma ha avuto anche momenti drammatici per un incidente di percorso: distrutto un pulmino, ma nessun ferito grave. Per la spedizione erano partiti tre Tir sui quali erano caricati un’ambulanza, dono della Croce Azzurra di Travagliato; apparecchiature per la rianimazione ed elettrocardiografiche donate dall’Ospedale di Sondrio; due apparecchiature, sempre la rianimazione, donate dall’Ospedale Civile di Brescia. In proposito, c’è da sottolineare come personale medico dello stesso Ospedale Civile, abbia preso ulteriori accordi per l’invio di altri strumenti, attraverso l’Associazione. Destinatari del materiale sanitario sono gli ospedali di Vietka e di Gomel. Poi ancora aiuti umanitari di prima necessità: abiti, scarpe, e così via, che il sodalizio ha raccolto grazie all’impegno del proprio personale ed alla generosità della gente, non solo gardesana. Una colonna di dieci camper ed un pullmino ha compiuto lo stesso percorso, portando i volontari di Garda Solidale in Bielorussia per la consegna e la distribuzione del materiale, già giunto a destinazione e controllato dal Governo bielorusso. Finalmente a Gomel, il lavoro di distribuzione è durato tre giorni, al termine dei quali la municipalità, nella persona dello stesso sindaco, ha incontrato la delegazione italiana. Ringraziamenti, abbracci, richieste di ulteriori aiuti: servono infatti computer, stampante, telefoni cellulari, fax. La visita alla Casa del Fanciullo, dove sono ospitati i bimbi focomelici, idrocefali e con altre patologie gravi e dove stati consegnati anche passeggini offerti dalla Peg, ha proceduto la formalizzazione dell’accordo tra Garda Solidale e Patmos per la partnership che ha portato dell’apertura della sede italiana a Gomel, e che prevede la stesura di progetti da parte bielorussa, e la possibilità della loro realizzazione da parte gardesana. Nel consiglio direttivo del nuovo sodalizio è entrato a far parte di diritto il presidente di Garda Solidale, Fabio Perin, mentre uno dei volontari gardesani è nel collegio dei revisori dei conti. «Quello che stiamo facendo – spiega Fabio Perin – è agire all’interno di un progetto di cambiamento, così che il nostro operare crei quel legame di solidarietà che sta alla base di ogni conquista di pace. Se è vero che i fenomeni fisici non sono mai episodi, bensì il frutto di una ferrea concatenazione di eventi, questa legge vale anche per i comportamenti umani, che non sono mai indifferenti gli uni agli altri, ma ciascuno ha un suo preciso riflesso sugli individui, sulla società, sul mondo. In questi giorni si parla tanto di globalizzazione e antiglobalizzazione. Ho già avuto modo di dirlo, ma è utile ripeterlo: deve esistere anche una globalizzazione della solidarietà, che è assai più importante di quella economica. Abbiamo tutti il preciso dovere di diventarne protagonisti». Intanto, anche l’estate 2001 ha registrato una grande accoglienza di famiglie gardesane a bambini bielorussi. «Oltre 200 bambini e ragazzi fra i 7 e i114 anni – continua Perin – sono già sul Garda, nelle nostre famiglie. Sono il primo gruppo stagionale e confermano quanto questa sia un’esperienza assai positiva: in cinque anni saranno circa 4.000 i ragazzi che avranno potuto passare un periodo sul Garda, importantissimo per la loro salute fisica e psicologica». È stato calcolato infatti, che i guasti prodotti nel fisico di quei ragazzi da cesio e stronzio, frutto velenoso, pure a distanza di anni, della radioattività «impazzita» della centrale nucleare di Chernobyl, possono venire riparati almeno per il 30% in un mese: ciò significa che un soggiorno teorico nei mesi centrali della stazione estiva, sul nostro lago, fra giugno e settembre, giova alla loro salute. E lo fa continuare ad ogni ritorno. «Nel 1997 erano 250 i bambini che andammo a prendere noi direttamente in Bielorussia per portarli qui – dice ancora il presidente Perin -. Quest’anno la cifra è di oltre 400, articolati in vari progetti che vanno dai 30 ai 60 giorni». Dal bilancio sociale si vede come ogni famiglia aderente all’Associazione abbia pagato 650 mila lire, quest’anno, per l’accoglienza, mentre il sodalizio ha contribuito con 106.000 lire per ogni bambino. «Questi progetti – spiega Perin – rientrano nella natura stessa della nostra associazione, che una Onlus dal ’99. Le attività di Garda Solidale sono tese a creare rapporti solidali che rispondano anche all’emergenza, ma che si inseriscano anche in progettualità di ampio respiro. Di fatto si debbono aiutare le persone in difficoltà per far ritrovare loro la dignità, autonomia e capacità di esprimersi. Si disegna insomma un progetto sociale. Il progetto per i ragazzi guarda a loro, ma contemporaneamente anche al futuro della società, e coglie un messaggio civile altissimo». Una doverosa segnalazione: chi voglia saperne di più – e magari contribuire concretamente – può rivolgersi alla sede centrale di Garda Solidale, a Desenzano, in via Bardolino 14, tel. 030 / 9120099 – 9120757 fax 030 / 9993887, indirizzo di posta elettronica: ags@numeruca.it; sito Internet wwwgardasolidale.org. Si può anche compiere un gesto di solidarietà attraverso il conto corrente bancario 12400, aperto presso l’agenzia di Desenzano I del Banco di Brescia.
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