La Torre di San Marco di Gardone Riviera, il celebre locale appartenente alla Fondazione del Vittoriale ed utilizzato da Gabriele d’Annunzio coma darsena, è stata posta sotto sequestro e chiusa a tempo indeterminato su disposizione della Procura della Repubblica di Brescia. Il blitz dei carabinieri è avvenuto nei giorni scorsi, ma solo nelle ultime ore la notizia è trapelata ed è divenuta di dominio pubblico. A quanto risulta, tra le persone indagate ci sarebbero anche alcuni amministratori pubblici di Gardone Riviera, in particolare l’ex sindaco Piercarlo Belotti, l’attuale Alessandro Bazzani, il presidente della Fondazione del Vittoriale, Annamaria Andreoli e gli attuali gestori della Torre San Marco., la famiglia Tosetti, la stessa che è titolare del ristorante-hotel «Fiordaliso» di Fasano. Dalla sede comunale, però, questa notizia non viene confermata: chi ha risposto ieri mattina al telefono ha decisamente negato questa circostanza. Il comando locale della Polizia urbana, dal canto suo, ha potuto confermare la sola notizia della chiusura del locale. Infine, per l’intera giornata non è stato possibile contattare il sindaco Alessandro Bazzani. A mettere i lucchetti sono stati i carabinieri della Compagnia di Salò, su mandato del pubblico ministero Paola Borio dopo che il giudice per le indagini preliminari aveva accolto le sue richieste. Ma anche i carabinieri non hanno voluto confermare questa notizia. Tuttavia, da indiscrezioni degne di fede, sarebbero in totale almeno sei le persone indagate. «Noi siamo in possesso di un regolare contratto di affitto – spiega la signora Tosetti -, abbiamo risanato il bilancio che ci eravamo trovati, sostenendo in questo anche l’amministrazione del Vittoriale. Malgrado questi sforzi – prosegue la signora – ci troviamo ora con il locale chiuso a tempo indeterminato. E questo grazie a qualcuno…». All’origine del drastico provvedimento preso dalla Procura ci sarebbero presunte irregolarità riscontrate negli ultimi tempi riguardo alle modalità di gestione di una struttura pubblica e museale. In particolare, alcuni presunti impedimenti nei confronti di turisti che intendevano visitare la celeberrima Torre di San Marco. Accuse, ovviamente, tutte da provare. Sarebbero stati in ogni caso accertati reati tali da scatenare l’intervento della Procura e il sequestro dell’immobile. Non è certo nuovo a disavventure giudiziarie il locale della Torre, uno dei più frequentati della riviera gardesana non solo per la sua incantevole posizione, ma anche per la raffinatezza ed esclusività. I suoi guai cominciarono una decina d’anni fa sotto la proprietà di Lucillo Bertanza, imprenditore della zona con interessi in più settori, ma soprattutto in quello del commercio di autovetture. I motivi, pressappoco quelli odierni. Più volte chiusa, la Torre è poi stata riaperta ma sempre con un «peccato originale» mai risolto, probabilmente con qualche responsabilità anche da parte delle passate amministrazioni comunali e di altri organismi che mai hanno saputo chiarire definitivamente quale dovesse essere il ruolo dell’ex darsena del «Vate», monumento nazionale e, come tale, posto sotto i rigidi vincoli della Soprintendenza ai Beni Architettonici. Un altro discorso affrontato spesso ma anche questo mai approfondito riguarda l’opportunità di cedere in affitto una parte della Torre trasformandola in esercizio pubblico da parte della Fondazione del Vittoriale. Una scelta, secondo alcuni, quantomeno discutibile, che poi avrebbe provocato le disavventure giudiziarie.
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Lo storico edificio di proprietà della Fondazione del Vittoriale, trasformato in pubblico esercizio, è stato chiuso su ordine della Procura della Repubblica
Gardone Riviera, sigilli alla Torre del «Vate»
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