1° Luglio 1866 – Le pattuglie di cavalleria austriaca fanno ripetute ricognizioni nei paesi della
sponda destra del Mincio; ad esse sono contrapposti pochi drappelli di cavalleria italiana, ma ieri ben quattro squadroni di Ussari austriaci si avanzarono nel nostro territorio ed a Goito si scontrarono con due squadroni dei Lanceri di Foggia che uccisero molti uomini e fecero numerosi prigionieri.
Pure ieri una grossa pattuglia di Ussari volontari (austriaci) giunse fino a Montichiari dove fu affrontata dai locali Carabinieri e fuggendo riuscì a scansarne le conseguenze.
Anche Desenzano ebbe la stessa visita: Le cannoniere austriache accostatesi a Gargnano, presidiato dai Garibaldini, scagliarono sul paese numerose palle di cannone.
Gli Austriaci si sono consolidati al Tonale e di là scendono ogni giorno a Ponte di Legno e Temù per procurarsi viveri e fare ruberie e violenze alle donne. Si sta provvedendo per riparare le offese. 2 Luglio 1866 – Il Settimo Reggimento di Volontari, giunto dalla Puglia fino a Brescia, si sta preparando a muovere per scortare la Terza brigata del 5° Regg..Artiglieria regolare diretta in Trentino. Per inadeguati collegamenti fra i due reparti, la partenza della colonna viene ritardata fin alla notte.
Ieri Gargnano è stato mitragliato dalle cannoniere austriache. Non si capisce (dice “La Perseveranza”) come non si sia pensato di postare delle artiglierie lungo la riva occidentale del Garda quando si sapeva che si fortificava la riva orientale ed era conosciuta la superiorità delle cannoniere nemiche vere padrone del lago. Cosi a Gargnano si ebbero quattro garibaldini feriti e due morti per il fuoco nemico. Oggi comunque si sono piazzati i cannoni a Bogliaco ma gli Austriaci non si son veduti.
Altri cinque o sei feriti ebbe il 6° Reggimento il giorno primo del mese mentre marciava da Lonato a Salò avendo scelto la strada peggiore perché esposta al fuoco delle vaporiere nemiche.
3 Luglio 1866- E già prima dell’alba il Settimo battaglione Volontari è in marcia verso Salò schierato su quattro colon!, poi i garibaldini, ai quali fu dato l’ordine di caricare i fucili, si misero ai lati della strada mentre al centro della carreggiata stava il reggimento di artiglieria con i suoi 18 cannoni.
Superato Rezzato dopo l’alba, al bivio della strada pedemontana il comandante del 7° Reggimento Garibaldini volle proseguire per Lonato anziché dirigersi verso Salò, come da disposizioni, perché gli era stato riferito che cavalleria austriaca si faceva vedere di qua del Mincio.
Correva voce infatti che tra Desenzano e Peschiera si muovesse un grosso corpo di cavalleria austriaca fattasi baldanzosa dopo la vittoria di Custoza.
Fatti quindi riposare gli uomini per un’ora, il colonnello Luigi Bossi, comandante dei Garibaldini, richiamò all’ordine i soldati sparsi per il paese, e per meglio esortarli a continuare la marcia, comandò ad un drappello di militari mandato sulla strada Cavallera di esonerare una scarica di fucileria come se vi fosse un attacco.
Questo bastò per far riprendere la marcia verso Salò al reggimento intero che preferì percorrere la strada presso il lago.
Anche Garibaldi stamane ha lasciato Lonato e si è portato in serata presso S. Antonio sul lago d’Idro per esaminare il terreno. Sembra che da lì gli Austriaci vogliano minacciare Brescia con ottocento “cacciatori” e due compagnie di linea.
Ieri le nostre comunicazioni (scrive la “Sentinella Bresciana”) coi comuni posti fra Lonato, Desenzano e Goito erano interrotte fin dall’alba e non si possono avere notizie di quelle zone della provincia salvo che da qualche persona da là proveniente. (furono interrotti anche i collegamenti telegrafici). Infatti, gli Austriaci occuparono Rivoltella distante tre miglia da Desenzano verso Peschiera. E gli avamposti (austriaci) arrivarono anche a Desenzano e fin sotto Lonato, poi a Volta, Medole, Cavriana, Solferino, Monzambano.
Stamane essi evacuarono i paesi occupati e ripassarono il Mincio Sembra che gli Austriaci abbiano condotto seco gli assessori del Comune di Medole, poi rilasciati.
Il 7° Reggimento Volontari, che vigila la costa del lago da Desenzano (dal Monte Como) a Salò, ha arrestato quattro persone vestite alla borghese che gironzolavano in quei luoghi senza una ragione. Non si conosce la loro origine perché non parlano. Si crede siano ufficiali austriaci sbarcati da una cannoniera e mandati ad esplorare la zona forse per preparare lo sbarco di una pattuglia di militari
4 Luglio 1866- Scrive ancora “La Sentinella”: le comunicazioni con Lonato, Desenzano, Rivoltella, Montechiaro, Castiglione, comuni di qua del Mincio, sono state ripristinate (forse interrotte dagli Austriaci). Le Autorità amministrative ed i carabinieri sono ritornate alle loro piazze.
Da qualche giorno i Garibaldini hanno ripreso l’iniziativa verso il Trentino e premono sulla Valsabbia. A seguito del combattimento di ieri gli Austriaci abbandonarono le posizioni di Monte Suello e Caffaro che furono tosto occupate dai Garibaldini. Anche lo stesso generale Garibaldi ieri ha lasciato Lonato ed oggi è presente sul lago d’Idro.
Nello scontro odierno sul fronte della Val Camonica, a Vezza d’Oglio è caduto il bresciano Nicostrato Castellini. Egli, già ufficiale di Garibaldi con i Mille, è partito da Lonato il 29 giugno alla testa di un battaglione di bersaglieri che si uni ad un battaglione di Garibaldini nel tentativo di riprendere Vezza d’Oglio. La zona strategica di Lonato e della ferrovia è comunque presidiata da altri reparti.
Giungono pessime notizie per l’Austria dal fronte prussiano: in una grande battaglia presso Sadowa i Prussiani hanno inferto una tremenda sconfitta agli Austriaci che hanno perso 35.000 uomini tra morti e feriti, e 40.000 uomini fatti prigionieri.
L’Imperatore Francesco Giuseppe, fortemente impressionato dalla potenza militare prussiana che sembra invincibile, onde salvare l’Impero austriaco da una più tragica sconfitta, emana l’ordine di mandare truppe dall’Italia verso il Danubio ed ipotizza la cessione del Veneto alla Francia con l’invito ad occuparlo militarmente per impedire all’Esercito italiano di molestare o fermare la ritirata alle truppe austriache. La proposta austriaca inorgoglisce Napoleone, che tentava di salvare la sua politica europea, che subordina l’accettazione del Veneto e la mediazione italo-austriaca a quella, più utile per i suoi fini, per giungere ad una pace fra Austria e Prussia.
Il cannoneggiamento di Desenzano non recò alcun danno. Si conferma che gli Austriaci hanno costruito ponti di barche a Goito e Monzambano e potenti opere di terra. Viene segnalata numerosa truppa nemica dei dintorni di Peschiera.