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Garibaldi sul Garda a cura di Osvaldo Pippa

Garibaldi sul Garda 21a Puntata

4 Luglio 1866 – Scrive ancora “La Sentinella”: le comunicazioni con Lonato, Desenzano,
Rivoltella, Montechiaro, Castiglione, comuni di qua del Mincio, sono state ripristinate (forse interrotte dagli Austriaci). Le Autorità amministrative ed i carabinieri sono ritornate alle loro piazze.
Da qualche giorno i Garibaldini hanno ripreso l’iniziativa verso il Trentino e premono sulla Valsabbia. A seguito del combattimento di ieri gli Austriaci abbandonarono le posizioni di Monte Suello e Caffaro che furono tosto occupate dai Garibaldini. Anche lo stesso generale Garibaldi ieri ha lasciato Lonato ed oggi è presente sul lago d’Idro.
Nello scontro odierno sul fronte della Val Camonica, a Vezza d’Oglio è caduto il bresciano
Nicostrato Castellini. Egli, già ufficiale di Garibaldi con i Mille, è partito da Lonato il 29 giugno alla testa di un battaglione di bersaglieri che si uni ad un battaglione di Garibaldini nel tentativo di riprendere Vezza d’Oglio. La zona strategica di Lonato e della ferrovia è comunque presidiata da altri reparti.
Giungono pessime notizie per l’Austria dal fronte prussiano: in una grande battaglia presso Sadowa i Prussiani hanno inferto una tremenda sconfitta agli Austriaci che hanno perso 35.000 uomini tra · morti e feriti, e 40.000 uomini fatti prigionieri.
L’Imperatore Francesco Giuseppe, fortemente impressionato dalla potenza militare prussiana che sembra invincibile, onde salvare l’Impero austriaco da una più tragica sconfitta, emana l’ordine di mandare truppe dall’Italia verso il Danubio ed ipotizza la cessione del Veneto alla Francia con l’invito ad occuparlo militarmente per impedire all’Esercito italiano di molestare o fermare la ritirata alle truppe austriache. Nel complesso egli deride l’armata italiana che se ne sta tranquilla tra l’Oglio ed il Chiese. Anche in Italia, tuttavia, crescono le proteste per la disonorevole inattività dell’esercito. La proposta austriaca inorgoglisce Napoleone, che tentava di salvare la sua politica europea, che subordina l’accettazione del Veneto e la mediazione italo-austriaca a quella, più utile per i suoi fini, per giungere ad una pace fra Austria e Prussia.
Subito dopo accantonò la questione del Veneto ed esaminò se fosse utile sostenere la mediazione con l’invio di truppe sul Reno, al fine di costringere la Prussia ad accordare la rettifica alla frontiera renana e, in caso di tentennamento prussiano, ad un intervento armato francese come alleato dell’Austria.
Il cannoneggiamento di Desenzano non recò alcun danno. Si conferma che gli Austriaci hanno costruito ponti di barche a Goito e Monzambano e potenti opere di terra. Viene segnalata numerosa truppa nemica dei dintorni di Peschiera. Sembra comunque che l’armata austriaca in Italia abbia avuto il compito di raggiungere la sua armata del Nord.
5 Luglio 1866 – Si sta provvedendo anche da parte del comune di Brescia ad organizzare losgombero dei feriti della battaglia di ieri a Monte Suello dove vi furono numerosi caduti e feriti. Per questo soccorso anche da Brescia si mandano una ventina di carrozze messe a disposizione pur da privati.
Si da notizia anche che Garibaldi è stato ferito accidentalmente da un volontario e si trova a Rocca d’Anfo. Non può montare a cavallo e dovrà restare a letto almeno per una settimana. Il Re gli ha mandato un emissario. Nel corso dello scontro a Monte Suello una forte pioggia ha reso inservibili le munizioni e per questo si dovette desistere dalla lotta.
Questa mattina alle tre il presidio della nostra cavalleria abbandonava Pozzolengo ed alle cinque i soliti “ciceri” entrarono in paese e presero la strada per Solferino giungendo fino alla Madonna della Scoperta, ma dopo due ore di sosta si allontanarono diretti a Ponti e Peschiera.
I cosiddetti “ciceri” visitarono anche Desenzano dove da quattro giorni non si ode il suono delle campane. Infatti, gli Austriaci credettero bene di impossessarsi delle chiavi di tutti i campanili per cui anche l’orologio della parrocchia è in riposo.
Ieri mattina una cannoniera austriaca si è avvicinata alla riva di Gargnano accolta di sorpresa da una batteria di cannoni collocati nella notte precedente. Fu fatto fuoco ed a stento la cannoniera poté prendere il largo perché era stata colpita la macchina delle pale. Giunta ad una certa distanza, fu rimorchiata da un’altra vaporiera.
Dal giornale “Lombardia” si riporta una lettera da Volta Mantovana che così si pronuncia: Siamo stati per quarantotto ore sotto il dominio degli Austriaci.
Un Corpo dell’Esercito passò il Mincio il 2 corrente e mentre gli avamposti nella giornata di ieri si spinsero fino a Montechiaro, il Quartier Generale dell’Arciduca Alberto fu posto nel nostro borgo. Prima cura delle truppe fu di requisire – senza pagamento – 60 quintali di vino, tutto il fieno che si trovava nella caserma, 500 quintali di legna. Poi ci derubarono tutte le armi da caccia; spogliarono le botteghe di tabacchi di tutti i sigari, del sale e tolsero con forza ai contadini 26 bovi.

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