…e lo candida senatore a vita
Sabato 8 giugno alle 17 nell’auditorium del Vittoriale il presidente della Fondazione, Giordano Bruno Guerri, ha consegnato il III Premio Il Vittoriale al professor Umberto Veronesi. Dopo Ermanno Olmi e Paolo Conte, la statuetta blu – miniatura autografa del cavallo di Mimmo Paladino che da qualche anno veglia l’anfiteatro della cittadella dannunziana – è stata consegnata nelle mani di un medico, “di uno scienziato e di un filosofo”, come lo ha definito Guerri. “In realtà sono un medico per caso”, si è schernito Veronesi. “Da ragazzo ho visto la guerra e conosciuto le atrocità peggiori. Mi nacque lì, profondo, il desiderio di studiare la mente umana per capire da dove nasce il gene del male. Ma dopo cinque anni di medicina mi dissero che avrei dovuto fare necessariamente un po’ di corsia. E fu così, per pigrizia, che scelsi il tirocinio nell’ospedale più vicino: l’Istituto dei tumori di Milano…”.
Non si è risparmiato, Veronesi, che ha dialogato con il presidente per circa un’ora sui temi a lui più cari: la centralità del paziente, il rapporto tra scienza e etica, la circolarità virtuosa tra scienza, conoscenza, pensiero, idee e creatività. E, alla fine, si è concesso al pubblico rispondendo su temi di stretta attualità: dalla fuga dei cervelli (“che non mi terrorizza: una grande scoperta scientifica fatta sul Lago Michigan ha lo stesso valore di una fatta sul Garda; non cambia niente per l’Umanità”) alle staminali (“dico sempre che tutto è permesso all’uso della scienza per l’uomo e tutto è negato all’uso dell’uomo per la scienza”), fino al tema “caldo” dei danni procurati dall’amianto e dello sfasamento di tempi tra scienza e politica (“la legge sull’amianto in Italia è arrivata in ritardo di oltre quarant’anni sulla mia prima conferenza su quel tema”).
Dopo aver ricordato le tappe principali della sua carriera e l’attività della Fondazione Umberto Veronesi, il presidente Guerri ha chiuso la cerimonia con un sincero tributo di grande stima nei confronti di Veronesi: “Credo che Napolitano dovrebbe seriamente considerare l’ipotesi di farti senatore a vita”.