mercoledì, Dicembre 11, 2024
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Giornata del Ricordo delle tragedie giuliano istriano dalmate

Il ricordo corre ai tanti esuli che hanno abbandonato la loto terra, nel 43/47per la quale hanno mantenuto una profonda nostalgia, ma il carcere in massa  e i massacri li avevano obbligati alla fuga.

Un dolore che abbiamo visto nelle famiglie di parenti, di vicini, di amici arrivati in Italia ed è perdurato a lungo, tanto da evitare di raccontare i loro drammi anche in famiglia.

Il Museo è aperto al dialogo con le istituzioni museali delle Repubbliche di Slovenia e di Croazia, per fa emergere l’immagine della realtà istriana plurale: nei caratteri fondamentali della cultura istriana, fiumana e dalmata, nelle sue varie dimensioni: espressioni artistiche alle tradizioni popolari, alla cultura materiale  di lingua italiana.

Perchè dal 43? Perchè l’8 settembre ’43 il terzo reich legiferò immediatamente l’annessione e del trentino alto adige e della venezia giulia, dalmazia…e attuò subito l’occupazione.

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 le strutture dello Stato si sfasciarono. In Venezia Giulia dilagarono i partigiani iugoslavi, sloveni e croati, che si diedero ad azioni terroristiche e alla cattura  in campi di concentramento, dei civili italiani e di slavi e croati, e all’uccisione gettandone i corpi nelle foibe.
Da metà settembre, con una veloce ed energica campagna i tedeschi, che il 9 settembre avevano occupato Trieste, ristabilirono l’ordine in Istria e nel fiumano, occuparono la provincia di Lubiana (la città rimase in mano tedesca sino al 9 maggio 1945), la città di Zara e Cattaro, lasciando ai croati gli altri territori dalmati.
Nel Trentino ed in Venezia Giulia i tedeschi istituirono due «Operationszone», Alpenvorland (province di Trento, Bolzano, Belluno) e Adriatisches Küstenland (province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Lubiana): preludio all’annessione al Reich, contro cui reagì il governo della neocostituita Repubblica sociale italiana, ma che fu operativo subito con le deportazioni di ebrei, oppositori.

Verso la fine della guerra, con l’avanzata delle truppe di Tito i presunti oppositori del regime totalitario comunista patirono campi di concentramento e la morte,  insieme centinaia di miglia di italiani, vi furono, come si è già accennato, anche sloveni e croati, che non volevano, o potevano, vivere sottomessi alla dittatura d’ideologia comunista. 

Per evitare di essere massacrati inizio l’Esodo, prima verso l’ Italia, poi per molti dall’Italia in altre nazioni. Gli omicidi erano proseguiti

Lo scorso anno ho ricordato, su GN, cappellano militare della finanza Giuseppe Gabana, Carzago Riviera, 26/4/ 1904 – Trieste, 4/3/ 1944,  a cui è stata intitolata la caserma di Desenzano: aveva salvato prima tanti ebrei, poi tanti fuggitivi e italiani e slavi, venne ferito a morte da ingnoti? sospettiamo fossero i partigiani rossi.

Quest’anno, grazie al  docu-film presentato per i giorni della Memoria a Castiglione delle Stiviere, a Riva e ad Arco Confine di Brina, abbiamo appreso del sacrificio di  DON PIETRO CORTIULA, nato a Villa Santina nel 1906, consacrato sacerdote nel 1931, parroco nel 1936 a Ovaro in Friuli.
Ben inserito  nella comunità del paese riusciva a nascondere alcune famiglie ebree, modificandone l’ identità. Il 2 maggio 1945, durante una rappresaglia successiva ad un eccidio, dopo essere stato ferito, intendeva impartire l’estrema unzione ad alcuni moribondi sulla strada, ma veniva catturato e trucidato. dalle truppe di??

In giorni cupi di altre guerre e altri esodi,  ai tanti esuli  e ai loro famigliari, oggi vogliamo dedicare la  canzone 1947 di Sergio Endrigo, esule da Pola, preadolescente, fuggito con la madre,mentre il padre era stato ucciso…

Racconta con delicatezza poetica il dramma di tutte le genti scacciate dalla terra natale; lo ricordiamo tra loro, tra i nostri cari e tra noi.

1947

Da quella volta non l’ho rivista piùù
Cosa sarà della mia città
Ho visto il mondo e mi domando se
Sarei lo stesso se fossi ancora là
Non so perché stasera penso a te
Strada fiorita della gioventù
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà
È troppo tardi per ritornare ormai
Nessuno più mi riconoscerà
La sera è un sogno che non si avvera mai
Essere un altro e, invece, sono io
Ma quella volta non ti ho trovato più
Strada fiorita della gioventù
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà

Sergio Endrigo

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