Un appello accorato sulle condizioni del litorale viene lanciato in questi giorni da alcuni albergatori e residenti sirmionesi, soprattutto quelli i cui locali s’affacciano sul lato ovest della penisola.Si tratta di alcuni canneti che sono giustamente tutelati come bene naturalistico, che ma d’altra parte andrebbero anche curati: invece, a causa della mancata manutenzione, continuano a crescere provocando la quasi chiusura delle spiagge, che ne sono invase, o la raccolta di ogni tipo di rifiuti che restano intarppolati fra le canne.E non è finita, perché, oltre alla continua escursione dei livelli del lago c’è un allarme anche su presunti avvistamenti di nutrie che starebbero facendo la loro apparizione in più punti, anche se la situazione è per ora sotto controllo. In particolare sulla presenza dei roditori, c’è una circostanza curiosa: si è sparsa voce che nei giorni scorsi un turista svizzero di origine sudamericana avrebbe informato addirittura la Cnn, il famoso network americano, della «situazione ambientale del lago di Garda e delle conseguenze che le deriverebbe dalla proliferazione malaugurata delle nutrie».Il peggior disastro, però, sarebbe se le telecamere della Cnn venissero davvero a documentare la situazione. Però a confermare il tutto e a rilanciare il problema è Zita Rossi, titolare con i figli dell’hotel Miramare. «La nostra spiaggia non esiste più a causa dei livelli del lago: il canneto non possiamo toccarlo, ma chiediamo che venga ridotta la sua superficie perché non è giusto penalizzare un’attività e la clientela di molti alberghi. I nostri clienti stanno scappando, ma anche i privati, come l’amministratore della Residenza “Villa Trieste” è solidale con noi perché ha gli stessi gravi problemi».Cosa hanno fatto finora gli esercenti? «Ci siamo rivolti, tramite un legale, alla Regione, alla Provincia e all’Asl di Brescia, ricevendo risposte evasive, in particolare una dal Consorzio dei Comuni della Sponda Bresciana, secondo cui la materia della pulizia dei canneti non è di competenza del Consorzio, in quanto delegata».Nel giugno dello scorso anno della questione si è occupata anche la Confesercenti, che ha scritto ad una decina di autorità regionali, provinciali e comunali denunciando «il permanere di un ampio e diffuso strato di melma maleodorante lungo le spiagge prospicienti alcune strutture alberghiere, soprattutto nelle aree caratterizzate dalla presenza di canneti. Questi ultimi – proseguiva la nota – a causa dell’assenza di interventi di manutenzione sistematici….sono ormai divenuti zone ad alta concentrazione di melma e fonte di odori sgradevoli. Lanciamo dunque un ulteriore appello affinché si realizzino gli interventi necessari onde evitare che si comprometta l’immagine turistica di Sirmione».Dopo un anno non è successo nulla. Giriamo la domanda al sindaco Maurizio Ferrari. «Abbiano parlato con gli uffici provinciali, però la competenza, lo ammetto, è del Comune. Vorrei tranquillizzare gli albergatori: stiamo approntando uno studio sui canneti perché vengano mantenuti senza creare disagio alle attività turistiche con un intervento mirato».
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La protesta degli esercenti, secondo i quali sarebbe dannosa la proliferazione della flora acquatica. L’accusa: «Le piante invadono le spiagge e attirano le nutrie»