La piena passata domenica ha lasciato nuovi, profondi, segni sugli argini dell’Adige e nella Bassa si è già tornati a studiare con preoccupazione le previsioni meteorologiche. «L’ultima ondata ha intaccato ancora di più i punti critici delle arginature che già conoscevamo», spiegava ieri l’Ufficiale idraulico del Magistrato alle Acque Gianni Sambugaro, «anche se fortunatamente è passata senza che si creassero situazioni troppo gravi». «Fra sabato e domenica», continua, «è stato comunque necessario fare quattro interventi d’urgenza perché si erano verificate situazioni che avrebbero potuto divenire pericolose. Due fontanazzi sono infatti emersi ad Angiari, uno a Begosso di Terrazzo ed a Legnago, nella zona dell’ospedale, si è verificata una risorgiva». Tutte situazioni dovute ad infiltrazioni delle acque alle quali vanno però aggiunti i casi di deterioramento degli argini già noti. Quelli evidenziatisi con la piena di metà ottobre e poi progressivamente acuitisi a causa delle situazioni climatiche dell’ultima settimana. Erano e restano nove, infatti, i tratti in cui gli argini maestri, l’ultima e decisiva barriera alle acque del fiume, hanno subìto nella Bassa sfiancamenti ed erosioni. Nove punti sparsi fra i comuni di Ronco, Roverchiara, Angiari e Terrazzo che sono stati oggetto negli ultimi giorni di un controllo costante 24 ore su 24 nel corso del quale sono emersi problemi sempre più consistenti. «A Scardevara di Ronco», continua Sambugaro, «si è prodotto uno sfiancamento di almeno un centinaio di metri mentre a Roverchiara lo stesso problema interessa ormai un tratto lungo almeno 160 metri. A Nichesola di Angiari e Begosso di Terrazzo, poi, le aree di argine interessate da fenomeni erosivi sono più d’una e la loro ampiezza va dai 100 ai 200 metri. A tutto questo vanno inoltre aggiunti gli smottamenti degli argini golenali e le consistenti erosioni alle golene anche se per noi, ovviamente, in questa fase resta prioritaria la verifica delle condizioni degli argini maestri». Le continue piogge che li hanno ormai imbevuti ed i problemi creati dalla pressione dell’acqua hanno insomma contribuito in questi giorni a minarne, anche se solo in parte, la solidità. Un dato di fatto che fa mantenere alta la soglia di attenzione visto che le previsioni meteorologiche non danno notizie confortanti. Anche se l’abbassamento delle temperature rappresenta un elemento positivo, al posto di pioggia sui rilievi infatti è prevista neve, e si parla di precipitazioni meno intense di quelle dei giorni scorsi, bisogna fare i conti anche con la situazione attuale del sistema idrico. «Purtroppo», conferma Sambugaro, «di fronte a piogge sostenute la situazione a valle diventerebbe difficilmente gestibile. I bacini sono ormai pieni, ed anzi bisognerà pensare anche a ridurne il livello, e l’intera rete è satura. Se pertanto nel fine settimana è stato possibile portare dei correttivi alla piena, ora non sarebbe pensabile di trovare soluzioni alternative di qualche tipo». In caso di nuove consistenti masse d’acqua che arrivassero in pianura non ci sarebbero insomma forme di contenimento diverse dalle arginature. E proprio per oggi, se le condizioni climatiche previste dovessero realmente verificarsi e quindi l’acqua arrivare a valle, ci sarà la verifica se gli argini tengono. Luca Fiorin
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