venerdì, Novembre 22, 2024
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Esposti per la prima volta oggetti dell’età del bronzo

Gli uomini delle palafitte

Nell’ambito della terza Settimana per la cultura, la Soprintendenza archeologica della Lombardia si apre oggi a Sirmione, nel museo dell’area archeologica delle Grotte di Catullo, la mostra «Le palafitte dell’età del Bronzo a Sirmione». I materiali esposti, che costituiscono una selezione ricca e articolata degli oltre 2000 reperti provenienti da recuperi subacquei effettuati tra gli anni ’70 e ’80, sono relativi a quattro abitati palafitticoli dell’età del Bronzo lungo le coste della penisola di Sirmione. Si tratta dell’abitato situato in località S. Francesco, sulla sponda occidentale, al confine con il Comune di Desenzano, delle palafitte di Porto Galeazzi e della Lugana Vecchia sulla costa orientale, e della Maraschina posta a sud-est di Punta Gro e in parte estesa nel Comune di Peschiera. Parte dell’esposizione è dedicata alla storia degli studi sulle palafitte, dalle teorie ottocentesche ai dati attuali, agli studi sulla dendrocronologia, e alle recenti ricerche subacquee condotte dalla Soprintendenza archeologica nel Garda. L’ambito cronologico nel quale si inquadrano i materiali è compreso tra l’antica età del Bronzo (XIII-XVII sec. a.C.) quando è attiva la cultura di Polada (dal sito in comune di Lonato), caratterizzata da vasi con ansa a gomito, e il Bronzo medio (XVI-XIV sec. a.C.) e recente (XIII sec. a.C.), quando in Emilia Romagna, in Lombardia orientale, nel Veneto e nel Trentino si afferma la cultura palafitticolo-terramaricola, la cui ceramica si contraddistingue per la presenza di anse cornute e decorazione a solco. Dopo il XIII sec. a.C. si assiste al collasso di questo sistema insediativo con abbandono definitivo degli gli abitati palafitticoli e una diversa scelta abitativa su terraferma. Le ceramiche documentano con le loro forme e decorazioni soprattutto l’antica e la media età del Bronzo. Allo stesso periodo rimanda l’abbondante industria litica presente con strumenti in pietra levigata (asce) e in selce (punte di freccia, elementi di falcetto e raschiatoi). La ricca produzione bronzea di Lugana Vecchia e Maraschina, che comprende asce, pugnali, spilloni, ami, arpioni, falci e oggetti ornamentali, si riferisce invece ad un arco cronologico più ampio che va dal Bronzo antico al Bronzo recente. Gran parte dei reperti esposti, fino ad oggi conservati nei depositi della Soprintendenza archeologica, sarà poi stabilmente collocata nella sezione preistorica del museo delle Grotte. L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 14 ottobre, orario 8.30-19 da martedì a domenica.

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