domenica, Dicembre 22, 2024
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In assemblea una quarantina di possessori di natanti di diporto che vedono minacciate le loro vacanze «Strutture insufficienti e rischio di chiusura degli scivoli portuali»

Gommonauti sul sentiero di guerra

«Gommonauti» (vale a dire i possessori dei gommoni veri, degli smontabili e di quelli a chiglia rigida ) sul piede di guerra. Lo sono, per l’insufficienza delle strutture e la possibile chiusura degli scivoli portuali dei centri storici gardesani che precluderebbero, a questi turisti, lo sbocco vitale di accesso alle acque del lago. Ma anche perché, a detta dei «gommonauti» risulta sempre più difficile, in mancanza di parcheggi idonei, «eleggere» il Garda come bacino di riferimento per le loro attività del tempo libero. E’ questo il motivo dell’iniziativa di protesta, portata avanti a Peschiera all’hotel Rosetta, da una quarantina di rappresentanti delle associazioni della nautica minore del Veronese , ma anche del Trentino e del Bresciano, soprattutto a nome dei tanti possessori di gommoni. Alla serata, organizzata da Zeno Lorenzini (titolare dell’omonima azienda di nautica) hanno presenziato ed aderito il consigliere regionale Mario Rossi, l’architetto Marco Lucat (già estensore nel 1990 di un piano progettuale d’area portuale regionale all’interno del quale si prevedeva un vero e proprio ordinamento dei porti del Lago ) , il presidente dello Yacht club del Garda, Carlo Revelant. Lo scopo della serata, per le associazioni, è stato quello di costruire un fronte comune contro un atteggiamento dei sindaci che, sempre secondo i «gommonauti», fanno poco o nulla per mostrare la loro disponibilità alla risoluzione del problema, ma che in alcuni casi tendono con loro ordinanze a precludere l’utilizzo dei pochi scivoli già esistenti. In una parola si è voluto portare a conoscenza dell’opinione pubblica uno stato di disagio, esternandolo a chi,come il consigliere Mario Rossi, lo potrebbe far proprio, promuovendo un’azione mirata alla risoluzione del problema, previo accordo con gli stessi sindaci, in mancanza di una norma,hanno sottolineato in molti, che non precisa se esistano effettivi vincoli nell’utilizzo degli scivoli, nei centri storici del lago di Garda. «L’importante»,ha precisato Rossi,« è avere idee per costruire e non per distruggere. E la mia presenza vuole essere un atto d’impegno perché il problema venga affrontato e risolto». Anche l’architetto Lucat ha voluto mettere l’accento sul problema scivoli. «L’aspetto contingente, per uscire dall’empasse, è mirare dritto ad un ordinamento nuovo di riordino dei porti, degli approdi, dei punti di ormeggio, nonché della portualità turistica dei Comuni veneti del lago di Garda». Ed ha concluso:«A fronte di questa delicata situazione, nella sponda veronese, ed in analogia con un trend che ha messo in luce una richiesta di posti barca in considerevole aumento, appare necessario assicurare, organicità e razionalità al processo di adeguamento strutturale ed infrastrutturale del litorale con riferimento specifico alla nautica da diporto». I «gommonauti», dunque sono in attesa di risposte concrete. A cominciare dai sindaci…

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