domenica, Febbraio 23, 2025
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Sotto accusa c’è la legge obiettivo: si attende la sentenza del Tar del Lazio. Cresce l’allarme sul progetto dell’Alta velocità: impossibile sapere se le modifiche chieste sono state accolte

I cittadini «scavalcati» dalla Tav

Peschiera. Si apre uno spiraglio sul ricorso al Tribunale amministrativo regionale presentato dai Comuni, tra cui quelli veronesi, interessati dal passaggio della linea ferroviaria dell’Alta velocità, l’imponente opera che taglierà a metà tutto il basso Garda, fra Brescia e Verona. «In questi giorni», spiega Erasmo Venosi, ingegnere e consulente tecnico dei Comuni in questa azione, «il Tar di Catania ha accolto un ricorso basato su motivazioni analoghe alle nostre, presentato da singoli cittadini, e relativo al progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Questo ci fa ben sperare per quanto dovrà deliberare il Tar del Lazio a fine mese sul progetto Tav». Le motivazioni addotte dai Comuni, ma anche dal ricorso presentato dai Comitati civici sorti contro il passaggio della linea dell’Alta velocità, riguardano non il progetto ma l’utilizzo della legge obiettivo. Una vicenda sulla quale sarà interessata anche la Comunità europea. «La prossima settimana», dice Venosi, «ci sarà l’incontro con le commissioni Trasporti, Ambiente e Antitrust; in quella sede saranno sollevati proprio gli aspetti che mettono in contrapposizione il diritto comunitario e le procedure adottate con la legge obiettivo». «Il grosso neo è che noi non conosciamo la valutazione fatta dalla Commissione speciale di Valutazione di impatto ambientale sulle osservazioni presentate da cittadini e da Comuni; e questo perché», sottolinea ancora Venosi, «la legge obiettivo consente di non renderla pubblica come avviene, invece, con la procedura ordinaria, con la quale la “Via” viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale; il che consente l’impugnazione da parte dei cittadini che lo ritenessero necessario». «Noi, conoscendo queste osservazioni sulla minimizzazione dell’impatto ambientale, non possiamo sapere se le stesse sono state recepite e trasmesse a chi deve redigere il progetto definitivo; una volta che questo sarà pronto», continua il tecnico, «Comuni e Provincia saranno convocati per essere sentiti nella Conferenza di servizi speciale che sarà appositamente indetta». «Ma a quel punto», dice Venosi, «le eventuali obiezioni possibili riguarderanno solo modifiche migliorative, non si sa secondo quali criteri, del progetto stesso e, soprattutto, tali da non incidere sul costo dell’opera già deliberato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, per la tratta dell’ovest veronese, lo scorso novembre». «Naturale che le perplessità che nutriamo siano ancora molte», dice Laura Richelli, del comitato di Peschiera del Garda, «e in questi casi forse occorrerebbe qualcosa in più delle parole per sentirsi tranquilli; per questo abbiamo ripetutamente chiesto agli amministratori e ai tecnici che sostengono questo progetto di mettere tutto nero su bianco, sotto forma di accordi procedimentali o di programma previsti tra amministrazioni pubbliche e tra queste e gli enti». «Le garanzie e le parole sin qui spese sull’impatto ambientale, gli espropri, i rimborsi, i problemi legati ai cantieri e così via non possono restare solo parole; ma non si è visto niente. Se c’è tanta certezza su quanto verrà fatto e su ciò che ne risulterà, perché non fissarlo su documenti che possono restare?» Insomma, i cittadini chiedono che dalle parole si passi ai fatti, ma nel segno della trasparenza: se il progetto esiste, ed è modificabile, va messo sul tappeto, altrimenti qualunque confronto è impossibile. «Non ci pare una richiesta così assurda: politici e tecnici cambiano», conclude Richelli, «mentre i problemi, se causati, restano; e senza nulla di scritto non ci può essere tutela per i cittadini, nemmeno per quanto riguarda la possibilità di vedere sanzionate le eventuali inadempienze».

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