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Gli scavi fanno pensare a un sito industriale del sedicesimo secolo Il sito archeologico potrebbe coniugarsi col Museo della carta che aprirà a fine mese

I resti di una cartiera di 500 anni fa emergono fra arcate e ceramiche

Archi, materiale da costruzione, ceramiche. Tutto induce ad attribuire al sito archeologico almeno mezzo millennio di vita. La località nella quale si è scavato in queste settimane si chiama «Gatto» e si trova poco prima di Luseti, nella Valle delle Cartiere, alle spalle di Toscolano Maderno. E ciò che va riemergendo è, appunto, una cartiera. I lavori (della durata di 3 settimane) si sono svolti sotto la direzione scientifica di Giampiero Brogiolo, Carlo Simoni e della Soprintendenza per i beni Ambientali e Architettonici. «Probabilmente ci troviamo di fronte ad un edificio abbandonato già tre secoli fa e che, in seguito, ha accusato alcuni crolli». Dopo l’indispensabile fase preliminare di ripulitura, avvenuta con l’utilizzo di qualche ruspa, una decina di studenti universitari dell’Università di Padova è all’opera, sotto la direzione di Lisa Cervini, lonatese, assistente dello stesso Brogiolo. L’intervento in questione è stato proposto da Mirelia Scudellari, Presidente dell’Asar (Associazione Storico Archeologica della Riviera) al Comune di Toscolano Maderno. Ma la complessa e significativa operazione coinvolge anche gli «Amici di Luseti» e la Comunità montana del Parco dell’Alto Garda Bresciano. Questo primo intervento, spiegano Brogiolo e Simoni, sarà seguito da un’altra campagna di scavi, programmata per il prossimo anno. Perché proprio su questo sito? Si prestava più di altri e, in queste tre settimane, sono state riportate alla luce tracce del passato di notevole interesse. Il tutto attraverso un’operazione dai costi contenuti, con manodopera prestata a titolo volontario: oltre agli studenti sono all’opera anche alcune Guardie Ecologiche. «I lavori iniziali – continua Brogiolo – riguardano la pulizia dei piani d’uso, lo svuotamento delle canalette, e un consolidamento generale. A lavoro ultimato sarà interessante collocare alcuni pannelli didascalici, in modo che chiunque possa individuare e riconoscere ciò che gli sta di fronte». Dopo i primi scavi sono emersi elementi di sicuro interesse, compresa una struttura semicircolare, collegata ad un ambiente a volta, in direzione Est-Ovest. Ci si trova di fronte a grandi aperture, a una seriola alta parallela ad un’altra che corre più in basso, a stratificazioni. Ci si trova di fronte sono tre ambienti, oltre ad uno aggiunto successivamente (probabilmente nel 1600-1700), scavato per buona parte nella roccia. Un quesito riguarda un coperchio in pietra, del diametro di un metro e mezzo. A cosa poteva servire? Altre domande, sull’utilizzo dell’intero edificio, attendono risposta: era adibito solo alla produzione cartaria? In definitiva, comunque, si sta camminando verso la valorizzazione della Valle delle Cartiere e questi lavori seguono l’allestimento del «Museo della Carta» realizzato dall’Associazione lavoratori anziani della Cartiera di Toscolano, affiancati dal Comune, dalla Provincia e dalla Cartiera Marchi. Il Museo verrà inaugurato il prossimo 28 settembre. Quanto all’intero progetto di recupero della Valle delle Cartiere (vi si sta lavorando dal 2001), si mostra complesso e riprende il progetto di recupero e valorizzazione della Valle di Luciano Lussignoli e Carlo Simoni, steso tempo fa per conto della Comunità Parco. L’attuale intervento è promosso dal Comune di Toscolano Maderno, con partecipazione economica di Provincia, Comunità Montana, fondi Regionali ed europei. Carlo Simoni: «Per la prima volta nella nostra provincia, si interviene con questo metodo su un’area di archeologia industriale. Si sta anche iniziando l’intervento di messa in sicurezza della parte iniziale della valle. Ora si pensa alla realizzazione di un sistema di informazione diffuso, attraverso disseminazione di pannelli illustrativi dei siti, con chiavi di lettura del territorio: flora, fauna, morfologia, storia».

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