domenica, Dicembre 22, 2024
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Quattro diocesi per sei santuari. Un breve storia per capire.

I santuari giubilari del Garda

SANTUARIO DI MONTECASTELLOLa storia del santuario di Montecastello di Tignale (Brescia), arroccato su una rupe a 700 metri di quota a strapiombo sul lago, e legata al ricordo di una «Stella». Nel secolo XIII, durante una violenta battaglia tra bresciani e trentini, una luce abbagliante scaturita dal castello, dove già esisteva un tempietto dedicato a Maria, paralizzò i trentini, permettendo ai bresciani di sopraffarli. Gli abitanti di Tignale testimoniarono la presenza di Maria sulla montagna in forma di Stella luminosa, per cui n primo titolo di questa Madonna sarà appunto «Madonna delta Stella». In seguito la cappella sul monte acquisterà sempre maggior fama di avvenimenti miracolosi.La chiesa inferiore romanico-gotica possiede affreschi rinascimentali del tardo ‘400. La chiesa superiore ha l’altare maggiore in legno dorato e, al posto della pala, una invetrata dietro alla quale si nota la miracolosa immagine della Madonna, di autore ignoto del ‘400, che, mentre viene incoronata regina da Suo Figlio, sta in ginocchio in atteggiamento umile e supplichevole. L’affresco è circondato da quattro medaglioni su rame, rappresentanti la Presentazione al Tempio, l’Annunciazione, la Nascita di Gesù, la Visita dei Magi. Importante e pure l’ex voto più grande d’Italia: un dipinto del ‘600 che raffigura una battaglia combattuta da uno strano esercito eh risale sentieri dietro calessi carichi di fucili. II Santuario e aperto dal 19 marzo al 30 ottobre (9-18) ed e chiuso nei mesi invernali.SANTUARIO MADONNA DELLE GRAZIELa devozione alla Madonna delle Grazie risale all’alto Medioevo. Fu devozione di poveri pescatori mantovani riconoscenti, per scampati pericoli, verso la Vergine Madre venerata in una rozza immagine sopra un capitello sorgente sulla sponda destra del Mincio, a 8 km da Mantova. Fu poi devozione del popolo mantovano quando si constatö, col moltiplicarsi delle grazie, la predilezione delta Madonna per quel luogo solitario. Nel 1339, infierendo la peste, Francesco Gonzaga fece voto che, cessata la moria, avrebbe mutato quel suo povero oratorio in un’ampia e sontuosa basilica.II tempio, costruito su disegno del cele-bre architetto Bartolino da Novara, fu consacrato il 15 agosto del 1406 e venne affidato ai frati Francescani che nel 1412 eressero un maestoso convento. Nel 1521, sul piazzale davanti alla chiesa fu costruito un lungo portico con 52 arcate, che serviva da ricovero ai pellegrini. La chiesa e in stile gotico-lombardo, a una sola navata, con dieci cappelle (5 per lato) e un ampio coro che fa da corona all’altare maggiore. II tabernacolo a tempietto contiene una edicola con l’immagine ritenuta miracolosa della Madonna delle Grazie, dipinta a tempera su tavola da ignota mano mantegnesca del 1400. II 15 agosto, festa del santuario, si tiene la Fiera che si svolge fin dal Mille. II sagrato del santuario diventa un’immensa tavolozza per i madonnari, pittori a gessetto di immagini sacre dell’iconografia religiosa classica.SANTUARIO MADONNA DELLE GRAZIE DI ARCOFu il conte Francesco D’Arco che nel 1478 decise l’edificazione del Santuario della Madonna delle Grazie ad Arco (Trento); nel suo testamento impose ai figli Andrea e Odorico di portare a termine l’opera da lui iniziata. II convento venne ultimato nel 1482 e dieci anni dopo fu ultimata la chiesa affidata ai frati Riformati (francescani). Nel 1508 nel refetto-rio del convento fu sottoscritta una tre-gua triennale dalla guerra (poi non rispettata) fra l’imperatore Massimiliano d Asburgo, re Luigi XII di Francia e la Repubblica di Venezia. Con le soppressioni napoleoniche (1810) il convento venne chiuso e i suoi arredi venduti.AI ritorno dei frati gli abitanti di Varignano consegnano la statua della Madonna delle Grazie (opera quattrocentesca in legno di scultore di scuola veronese) che avevano salvato e che ancora oggi si venera, e una grande pala d’altare, opera di Domenico Marone e di suo figlio Francesco, che invece fu venduta.La chiesa attuale in stile neoclassico risale al 1857 e stata eretta nel luogo dove si trovava quella antica. Gli affreschi e la Via Crucis a graffito sono del pittore veronese Pino Casarini (1938). Accanto al santuario e stata costruita la «Casa del Terz’Ordine Francescano a Betania», attrezzata con sede per conferenze e di lettura, refettorio e sala da pranzo. A disposizione 15 letti, una sala per incontri e una cappella per ritiri ed esercizi spirituali.SANTURAIO DEL FRASSINOConvento e santuario, vicini al laghetto di origine glaciale del Frassino di Peschiera, furono eretti nel 1514. II suo nome deriva dalla miracolosa apparizione della Madonna, una statuina in terracotta di fattura francese, luminosa, dimenticata su un frassino da un soldato francese, a Bartolomeo Broglia, aggredito da un serpente mentre lavorava i campi (1510). Salvato da sicura morte il contadino portò a casa sua la statua della Vergine con il Bimbo, ma questa scomparve e ritornò sul frassino. Lo stesso fenomeno si ripete quando si volle custodire l’immagine nella chiesa della Disciplina a Peschiera. Per questo fatto si accese la pietà e la devozione verso la Madonna, tanto che in breve tempo si poté edificare un’umile chiesetta affidata in un primo momento ai Servi di Maria e successivamente ai frati Francescani Minori.La chiesa ha la facciata preceduta da un portico con affreschi del Seicento. L’interno a una navata conserva: alcune tele di Paolo Farinati; affreschi nel presbitero; l’altare maggiore e un coro di noce del 1652 con in alto un grande organo «callido»; nel quarto altare di sinistra la pala San Pietro e San Giovanni Battista, del Quattrocento, di Zeno da Verona; nella cappella della Madonna la statuetta in terracotta dell’apparizione, collocata dentro a un pezzo dell’antico frassino. Unito al santuario il Convento con due chiostri. Nel 1960 e stata costruita la Cappella Penitenziale adiacente il santuario.SANTUARIO MADONNA DELLA CORONAScavato nella viva roccia della montagna, quasi sospeso nel vuoto a 770 metri sul livello del mare, il Santuario della Madonna della Corona di Spiazzi sul Monte Baldo e indubbiamente il più suggestivo santuario del Veronese. II luogo fu in origine sede di eremiti (1139) legato al monastero di San Zeno di Verona. Dedicato alla Madonna con il titolo di Madre di Dio, il romitorio verso il 1437 passò sotto l’ordine dei Cavalieri di Malta. Dal 1480 al 1522 fu costruita una chiesetta. La tradizione narra che nel 1522 sia apparsa su questi monti un’Immagine della Madonna, sparita da Rodi durante la conquista turca.Storicamente e stata la devozione popolare a venerare dal 24 giugno 1522, la statua dell’Addolorata, scolpita nel 1432, e donata agli eremiti da Ludovico di Castelbarco. Il nome dato al Santuario «Della Corona» deriva dalla cerchia di monti che costituisce un imponente anfiteatro naturale. Nel 1623 fu edificato il santuario che ebbe successivi e continui restauri e completamenti, dovuti alla posizione logistica. E del 1975 l’attuale rifacimento delle strutture e un ulteriore ampliamento. La nuova chiesa fu dedicata nel 1978, e divenne Basilica Minore nel 1982. All’interno sono custoditi gli ex-voto e il celebre affresco della Madre di Dio risalente al secolo XIV. La statua che si venera è un gruppo marmoreo alto 70 centimetri, di pietra, dipinta: la Vergine Addolorata sorregge e contempla il Cristo morto, deposto dalla Croce.SANTUARIO DELLMADONNA DEL CARMINECostruito nel 1452 con il titolo di Santa Maria delle Grazie, ma più conosciuto per Santa Maria delle Cisterne, a causa del luogo ricco di acqua sorgiva, il Santuario della Madonna del Carmine di San Felice del Benaco (Brescia) sorge tra le colline della Valtenesi che declamano dolcemente sul lago di Garda.Dalla prima cappella alla più ampia chiesa voluta a motivo della durissima peste, che nel 1428 ha colpito la zona: le figure dei santi rappresentati nei numerosi e bellissimi affreschi, richiamano appunto i protettori contro la peste, malattie, malaria: Sebastiane, Rocco, Lucia. La chiesa, dopo essere stata ampliata, e consacrata nel 1482 e dedicata al Mistero dell’annunciazione di Maria Santissima.La facciata richiama l’arte romanica: a capanna, con porta a sesto acuto, tre finestre, tra cui il rosone centrale e.due laterali a forma di monofore veneziane. Interno con unica navata, divisa in cinque zone parallele in senso longitudinale da quattro arconi trionfali a sesto acuto che, raggiungendo il vertice del soffitto, fanno da capriate al soffitto stesso. I numerosi affreschi del XV-XVI secolo sono legati alla scuola lombardo-veneta, con influssi del Mantegna e del Foppa.Al servizio del santuario sono presenti i frati Carmelitani, tornati nel 1952 dopo un’assenza forzata di 182 anni. Nel 1962, il vescovo di Verona Gluseppe Carraro incoronò solennemente la statua della Madonna e la proclamò regina e patrona della Valtenesi.

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