Inizia l’estate e riapre al pubblico l’Orto botanico sperimentale Giordano Emilio Ghirardi di Toscolano Maderno, meta di ricercatori durante l’anno e dei turisti in vacanza sul lago nel corso della stagione estiva.Nato nel 1964 come spazio per la coltivazione e lo studio di piante medicinali, l’Orto botanico si estende su una superficie di circa 10mila metri quadrati e sul terreno, tenuto a prato, si intersecano aiuole con alberi di varia provenienza. Tre le serre, utilizzate per le semine, la sperimentazione e il ricovero invernale delle specie che soffrono il freddo. Da tempo l’Università di Milano (proprietaria dell’orto botanico dal 1991) ha istituito il Diploma in tecniche erboristiche, un modo per favorire il costante utilizzo e la crescita di questa struttura sul lago, dove sono frequenti gli scambi internazionali. Ogni tanto arrivano sementi dal Nepal, dall’Amazzonia o da altre nazioni. E da Toscolano partono le piante di Razone, Briano o della valle delle cartiere. Molti anche i turisti stranieri che, in vacanza sul Garda, colgono l’occasione per entrare. In maggio-giugno arrivano bambini dall’Olanda e dalla Germania, in gita scolastica. Ragazzi e professori italiani, invece, non se ne vedono: preferiscono altre mete.Gli esperti consigliano di ammirare queste rarità: tre alberi di olea africana, che vive nelle zone predesertiche del Sahara, progenitore selvatico dell’olivo (il nostro ha le foglie argentate; quello, invece, giallo-rugginose, e i frutti sono piccoli come grani di pepe); un paio di esemplari di pino delle Canarie e la Camptotheca acuminata (è arrivata nel ’64, la prima che sia mai giunta in Italia), usata nelle ricerche sui tumori. Ma non c’è che l’imbarazzo della scelta. La Gleditschia triacanthos, ad esempio, è curiosa perché sul tronco presenta lunghe spine: le adoperavano a Pasqua per creare la corona da mettere sulla testa di Gesù Nazareno, nelle processioni di paese. La Catha edulis, del Nepal, ha le foglie che provocano un effetto-droga, ma sul lago tale «proprietà» si perde. La Caesalpina gilliesi, dell’America australe, assomiglia a un pavone mentre il Tossicodentrum rhux è velenoso. Poi ci sono la Casvarina torulosa dell’Australia, la Caragana arborescens della Siberia, il Lycium della Cina, il tamarindo, il «falso pepe», lo zenzero. In tutto oltre 650 specie, in attesa di essere ammirate.Venerdì 22 giugno -nell’ambito dell’iniziativa «Solstizio d’estate» che coinvolge diversi giardini e orti botanici in Lombardia- dalle 18 alle 19, ci sarà l’aperitivo con la passeggiata attraverso le rarità botaniche; a seguire le conversazioni di Claudio Longo («Le piante, utilità e poesia») e Nicola Saino («Non solo piante») e dalle 21 alle 22 una visita per scoprire i segreti dell’orto botanico. Al termine degustazione dei sapori locali. Sabato 23, dalle 10.30 la giornata sarà dedicata alla presentazione del progetto «Valorizzazione delle cultura locale: la flora», realizzato in collaborazione col parco Alto Garda bresciano. Previsti laboratori didattici e distrazioni musicali, a cura di Mara Penza, solista di flauto traverso. Alle 11 la conversazione con Marco Caccianiga sulle capacità curative delle essenze arboree. Nel pomeriggio, la lotteria a premi. Alle 16.30 Sara Vitalini e Gelsomina Fico parleranno delle piante nella cultura popolare. Per informazioni, telefonare al numero 0365- 641246. Durante l’estate le visite sono consentite il mercoledì, venerdì e sabato dalle 16.30 alle 19.30 (il sabato anche dalle 9 alle 12).
Riapre al pubblico il giardino sperimentale «Giordano Emilio Ghirardi»
Oltre 650 le specie da ammirare. Il 22 e il 23 «Il solstizio d’estate»
Oltre 650 le specie da ammirare. Il 22 e il 23 «Il solstizio d’estate»