173 centimetri. Da un paio di giorni, il livello del lago è fermo: non cresce e non cala. I dati sono rilevati quotidianamente dalla famiglia Foffa, che gestisce l’Osservatorio meteorologico e la Stazione sismica, e li espone sotto i portici del municipio. Le poche gocce di pioggia cadute non hanno influito per nulla. Ora da nord (il Trentino) entrano tanti metri cubi quanti ne defluiscono a Peschiera. Una situazione di attesa, quindi. Il piazzale della Canottieri, allagato, resta chiuso. Le auto devono parcheggiare altrove. Le idrovore dell’ospedale continuano a scaricare acqua per evitare che i locali delle caldaie si allaghino. Un po’ ovunque, si svuotano le cantine. E’ allagato anche il caveau del Banco di Brescia, agenzia di piazza Vittoria. Qualche tratto di spiaggia, verso le Tavine, è scomparso, letteralmente inghiottito dalle furiose ondate dei giorni scorsi. Sul lungolago, centinaia di sacchetti di sabbia. Alcuni negozianti, temendo che i clienti non entrino a causa del doppio o triplo strato di sacchetti, hanno esposto un cartello: «Aperto». L’attività, insomma, prosegue. Con uno sguardo ai tombini, dove l’acqua gorgheggia, e un’occhiata all’orizzonte. Calma apparente, dunque. Nella speranza che continui a spirare un vento leggero. S’alzasse il suer, come venerdì, sarebbero guai. Per tacere della vinessa, che spira da Bardolino e s’abbatte frontalmente sul tratto isola Cavazza – S. Felice – rocca di Manerba. Temendo che le barche vengano affondate, molti hanno provveduto a rinforzare gli ormeggi. Tanti altri, invece, si sono rivolti ai rimessaggi della zona, cercando ospitalità per l’inverno. se.za.