lunedì, Dicembre 23, 2024
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Donne & vino Per la prima volta nella storia del Consorzio una giovane sale ai vertici Civiltà della tavola premia 5 aziende. Giovane, laureata in giurisprudenza, è vicepresidente del Consorzio

Il Bianco ha un bel difensore È Marica, la dama del Custoza

Largo alle donne, anche nella vigna e in cantina. Lo ha ben capito il Consorzio del vino bianco di Custoza doc che, primo nella storia dei consorzi che difendono il buon nome e la denominazione di origine controllata dei vini veneti, ha affidato a una giovane donna uno dei posti di comando. Si tratta di Marica Bonomo, una bella ragazza di 28 anni, laureata in Giurisprudenza e imprenditrice vinicola. Marica Bonomo affianca in qualità di vicepresidente Giovanni Fagiuoli, 62 anni, viticoltore di Sommacampagna, nominato alcuni giorni fa presidente del Consorzio del Custoza, associazione che riunisce 494 aziende agricole. Fagiuoli succede ad Albino Piona. «La proposta di affiancare al vicepresidente Alberto Bianchi questa giovane imprenditrice, in rappresentanza degli imbottigliatori, è stata mia», fa sapere Fagiuoli, «e il Consiglio l’ha accolta all’unanimità. Altre iniziative, per il momento non ne ho prese, mi sto guardando attorno per capire la complessa realtà del Consorzio di tutela, le cui funzioni, tra l’altro, saranno modificate con l’entrata in vigore della nuova legge». Imprenditrice vinicola per tradizione familiare, è sufficiente ascoltarne le idee per capire che il ruolo di Marica Bonomo nel Consorzio non sarà certamente decorativo. «Ho avuto la fortuna di ricevere molti insegnamenti dalla mia famiglia. E adesso ho quest’altra fortuna di sedere accanto a persone esperte dalle quali potrò imparare ancora. Mi stimola molto essere entrata a far parte di un gruppo che vuole far diventare sempre più internazionale l’immagine del Custoza». Marica sorride quando le si chiede dove vuole arrivare. «Non dove voglio arrivare io, ma dove vuole arrivare la squadra: vogliamo conquistare il mondo. Il Custoza è un grande vino che merita di essere conosciuto ovunque. Se mi piace il vino? Certo che sì. Ho frequentato anche vari corsi per assaggiatori per imparare ad apprezzarne le qualità». La giovane imprenditrice ha partecipato a fiere, esposizioni e work shop in tutto il mondo: Europa, Stati Uniti, Cina, Giappone. «Sono state esperienze importanti e molto istruttive. A Tokio, per esempio, ho visto un popolo volonteroso, con l’umiltà e la voglia di imparare ad apprezzare un prodotto così nuovo per la loro cultura. Questo è un insegnamento anche per noi. Per crescere non dobbiamo dare nulla per scontato, bisogna continuare a rinnovarsi. Ecco, in questa avventura, ciò che mi affascina di più è partecipare a un lavoro di squadra per rinnovare l’immagine del nostro vino». Il Consorzio di tutela del Bianco di Custoza si costituì a Villafranca nel 1972, un anno dopo il riconoscimento della doc, col rispettivo disciplinare di produzione. Il primo presidente fu Giorgio Grigolini. Nel settembre del 1981 fu riconosciuto al Consorzio l’incarico di vigilanza sulla qualità. Lo scorso anno la denominazione di origine controllata è stata accordata agli ultimi due nati nella famiglia del Custoza: il passito e il superiore. Nell’ultima annata, i 1.364 ettari coltivati hanno prodotto 180 mila quintali di uva dalla quale sono stati ricavati 115 mila ettolitri di vino: qualcosa come 14 milioni di bottiglie. «L’innesto di idee nuove e di giovani sarà l’arma vincente», commenta Fagiuoli, «per arrivare ai traguardi che saranno indicati dal Consiglio del consorzio. Certamente esistono realtà più che positive: sono numerosi gli operatori che tengono alta la qualità. Con la collaborazione di tutti si arriverà a far conoscere il Custoza a nuovi mercati. Le aziende, dalle più grandi alle più piccole, hanno in serbo prodotti nuovi e nostro compito sarà farli conoscere a un pubblico di consumatori sempre più vasto ed esigente». Enrico Santi Custoza. Cinque aziende produttrici del vino Bianco di Custoza a denominazione di origine controllata hanno ricevuto un singolare attestato di qualità da parte della «Libera consorteria italica della civiltà della tavola», un sodalizio nato per la valorizzazione dei prodotti tipici italiani. Le aziende premiate sono: Cavalchina, Piona Albino e Monte del Fra’ di Custoza; Corte Gardoni di Valeggio; Le vigne di San Pietro di Sommacampagna. Il riconoscimento ai cinque «protagonisti della nobilissima arte del convivio», così li ha definiti il Gran maestro reggente della Libera consorteria, Aldo Quinto Lazzari, presidente anche dell’Osservatorio internazionale consumi food and beverage, è stato consegnato dallo stesso Lazzari nel corso di una breve cerimonia tenutasi a Custoza.

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