I voti favorevoli all’obbligo del contrassegno di Stato, in vigore dal 2011, sono stati pari all’83,5%. Intanto, nel 2010 è stato stabilito un nuovo record di vendite per il Bardolino e per la sua versione rosata. Con l’ultima vendemmia, i prezzi delle uve sono saliti del 20-30%, mentre il valore del vino all’ingrosso segna incrementi pure attorno al 20%. Dal 2011, nuovo disciplinare, con la corvina veronese fino all’80% nell’uvaggio. È deciso: dalla vendemmia 2011 tutti i 22 milioni di bottiglie di Bardolino e i 10 milioni di bottiglie della sua versione rosata, il Chiaretto, recheranno obbligatoriamente la fascetta di Stato. Lo ha deciso oggi 17 novembre a Cavaion Veronese l’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Bardolino, con l’83,5% di voti favorevoli. “Con questa decisione – spiega il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi – si chiude di fatto il cerchio di un lavoro triennale che ha portato al riassetto complessivo della nostra denominazione, in primo luogo tornando a costruire una precisa identità basata sulla tradizione, poi approvando un nuovo disciplinare di produzione, orientato verso una più marcata affermazione del ruolo dei vitigni autoctoni, ed ora decidendo di apporre la fascetta di Stato su tutte le nostre bottiglie, a tutela del consumatore: vogliamo che chi acquista una bottiglia di Bardolino o di Chiaretto abbia la piena garanzia sul vino che beve. Credo che per una denominazione d’origine delle nostre dimensiono, quindicesima in Italia per volumi prodotti, si tratti di un atto di serietà e di coraggio che ha pochi paragoni al di fuori del panorama delle docg, per le quali la fascetta è obbligatoria per legge e non per libera scelta della filiera”. Da due anni a questa parte, la denominazione bardolinese ha conosciuto una vera e propria rinascita, dopo un lungo periodo di difficoltà. Stabilito per due anni consecutivi il record di vendite, nell’ultima vendemmia anche i prezzi delle uve e del vino hanno cominciato a conoscere un trend di crescita: il valore delle le uve è aumentato mediamente del 20-30% e in parallelo anche le vendite di vino all’ingrosso hanno cominciato a segnare incrementi nell’ordine del 20%. E se in origine era soprattutto il Chiaretto a trainare la filiera, ora corrono con la stessa andatura sia il rosso Bardolino che la sua interpretazione rosata. “I nostri produttori – dice Tommasi – hanno riscoperto l’orgoglio di produrre il Bardolino della tradizione, scarico di colore, leggero, fruttato, speziato, fresco, e la clientela è tornata a premiarci, ritrovando il piacere dei vini come i nostri, che, con la loro straordinaria abbinabilità, riescono ad accompagnano la tavola d’ogni giorno, ma anche i piatti più raffinati della cucina creativa”. Tanto successo rappresenta un motivo di soddisfazione, ma anche una possibile fonte d’allarme per il futuro: “I prodotti di successo – afferma il presidente del Consorzio del Bardolino – corrono sempre il rischio di essere imitati e falsificati, e noi questo rischio non vogliamo farlo correre a chi acquista una bottiglia di Bardolino o di Chiaretto: per questo abbiamo liberamente scelto di adottare l’obbligo della fascetta di Stato su tutte le nostre bottiglie già fin dalla prossima vendemmia, quando tra l’altro entrerà in vigore anche il nuovo disciplinare di produzione, che ha aumentato fino al 20% il possibile apporto della corvina veronese all’uvaggio del Bardolino e del Chiaretto, in accostamento alla rondinella, esaltando in questa maniera il ruolo delle più classiche uve tipiche delle nostre colline”. Una decisione, quella adottata dai soci del Consorzio del Bardolino, non priva di forti dibattiti interni: l’iter di approvazione è stato avviato già in febbraio ed ha previsto vari incontri assembleari. In particolare, era forte la preoccupazione di vari piccoli produttori non già sul tema della tutela, quando sugli oneri che con questa scelta dovranno assumersi per l’acquisto delle etichettatrici e per la gestione delle fascette. “Certamente – osserva Tommasi – alla filiera del Bardolino e del Chiaretto viene chiesto un nuovo importante impegno, ma ci conforta la pacatezza e la professionalità con cui la questione è stata affrontata da tutte le componenti della nostra denominazione, cui rivolgo un sentito ringraziamento per la coesione dimostrata in tutto questo triennio, che ci ha visti impegnati in scelte di considerevole portata. Scelte che, peraltro, già sin d’ora ci stanno premiando con risultati di notevole rilievo”.
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I voti favorevoli all’obbligo del contrassegno di Stato, in vigore dal 2011, sono stati pari all’83,5%.