C’è il rischio che le spiagge del lago vengano vendute dal Demanio ai privati. E a prezzi irrisori! Il pericolo è già stato recepito dal sindaci del Garda e del lago di Idro, che hanno inviato una lettera a Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e delle finanze, a Giuliano Urbani, numero 1 dei Beni e delle attività culturali, a Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, all’assessore Massimo Corsaro, a tutti i parlamentari bresciani, alle Soprintendenze di Brescia, Verona e Trento, ecc. «I 17 sindaci dei comuni raggruppati nella gestione associata del demanio lacuale extraportuale – dice Bernardo Berardinelli, assessore ai lavori pubblici del comune di Salò, e presidente della gestione associata, che si occupa della riscossione dei canoni e del rilascio delle nuove concessioni- hanno rilevato con profonda preoccupazione che la direzione generale dell’Agenzia del demanio di Roma, con una circolare, ha fornito alle proprie filiali di zona, tra cui Verona e Brescia, alcune note interpretative assurde. Di fatto ha esteso la possibilità di alienare le aree pubbliche in assoluto contrasto con l’articolo 5 bis della legge 1 agosto 2003, numero 212». Questa norma prevede che le porzioni di aree appartenenti al Patrimonio dello Stato interessate dallo sconfinamento di opere eseguite entro il 31 dicembre 2002 su fondi attigui possano essere alienate dall’Agenzia del demanio. Se un privato, dopo avere ottenuto una regolare concessione edilizia, si è insomma allargato, realizzando un manufatto o fabbricato di difficile rimozione (una stanza, un garage, un rimessaggio, un muro, una terrazza, una piattaforma) su una superficie pubblica, ha l’opportunità di sistemare l’irregolarità. Se l’opera è stata eseguita prima del 1 settembre 1967, basta addirittura produrre una dichiarazione sostitutiva. «Ai fini della alienabilità delle aree, dovrà essere verificata l’insussistenza del vincolo paesaggistico-ambientale o di interesse storico, artistico e archeologico apposto dalle competenti Soprintendenze», sottolinea la circolare che, però, apre un varco rilevante. «Se il privato – sottolinea subito dopo – ha realizzato legittimamente l’opera sul suo terreno, il rilascio del relativo titolo edilizio estende l’efficacia delle autorizzazioni anche alla porzione di proprietà statale, che potrà quindi essere acquisita. I beni vanno tacitamente considerati sdemanializzati, senza necessità di apposito provvedimento o di ulteriori pareri. In caso di sconfinamento, oltre alle aree interessate, è possibile acquistare una superficie di pertinenza entro i tre metri dal confine». Per eseguire l’operazione sono stati creati un numero verde (800800023) e un indirizzo di posta elettronica (sconfinamenti@agenziademanio.it). «Le aree demaniali del lago di Garda e di quello di Idro – ribadiscono i sindaci – sono vocate a soddisfare bisogni collettivi. La peculiarità di fruirne da parte di tutti è molto importante: va difesa e salvaguardata con ogni mezzo possibile». E ancora: «La vendita delle spiagge, senza l’acquisizione di alcun parere delle amministrazioni locali e senza alcuna possibilità di prelazione a favore dei comuni, preclude per sempre la possibilità di un utilizzo pubblico. Risulta infine preoccupante anche la definizione dei valori di acquisto, determinati in circa 30 euro al metro quadro, rispetto al valore medio di mercato assai più elevato». Da qui la protesta dei sindaci.
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Fa discutere la circolare che interpreta in maniera inedita la legge: «I privati possono acquistare aree pubbliche». I sindaci scrivono a Tremonti: «Un rischio da scongiurare con ogni mezzo»