lunedì, Dicembre 23, 2024
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La Banca del Garda ha finanziato il restauro di una pala del Moretto a Mazzano

Il dipinto rinasce grazie alla Bcc del Garda

Questa sera, alle 20.30, nella Parrocchiale dei santi Zeno e Rocco di Mazzano, con una relazione del restauratore Romeo Seccamani, viene presentato il restauro della pala dell’altar maggiore, opera del Moretto, che rappresenta «La Madonna col Bambino in gloria e i santi Rocco, Zenone e Sebastiano». L’intervento è stato finanziato dalla Banca di Credito Cooperativo del Garda ed è venuto a coronamento di una serie di lavori, voluti dal parroco don Angelo Perlato, che, nel corso degli ultimi tre anni, hanno interessato tutta la chiesa: dal tetto agli intonaci della facciata, alla pulizia dell’interno e del campanile. Infine si è posto mano al dipinto più importante: la pala del Moretto, il cui restauro ha richiesto alcuni mesi. Il dipinto, che gli studiosi datano intorno al 1550, cioè nella fase della maturità dell’artista, sembra avere un carattere votivo per la presenza, ai piedi della Madonna, dei santi Rocco e Sebastiano, che usualmente venivano invocati quali protettori dalla peste. Si ritiene infatti che sia stato commissionato in occasione di una pestilenza e che, in origine, fosse collocato nell’antica chiesa di San Rocco. Quando nel ’700 questo edificio fu demolito per costruire la nuova Parrocchiale, la tela fu collocata sull’altar maggiore dopo aver subito alcune modifiche (fu resa rettangolare con la decurtazione della parte alta centinata). In mezzo ai due santi, il Moretto ha collocato il vescovo Zeno, il santo patrono di Verona il cui culto era diffuso nel Basso Garda. Già alla fine dell’Ottocento, in occasione della mostra dedicata al Moretto, si segnalavano le cattive condizioni della tela, che, secondo il Da Ponte, aveva «sofferto varie avarie eh ha alcune parti ridipinte». Romeo Seccamani, che è intervenuto con il controllo dei responsabili della Soprintendenza (in particolare della dottoressa Renata Casarin), ha operato per eliminare tutte queste ridipinture che avevano vistosamente alterato le cromie, ma con l’attenzione e la cura necessaria a recuperare le velature originali che danno quelle particolari vibrazioni di luce tipiche delle opere del Moretto. In questa pala della maturità il Bonvicino, dopo la stagione giovanile più gioiosamente veneta, sembra ripensare in un contesto manieristico la lezione del Foppa, dal quale recupera lo schema compositivo e la dimessa tonalità grigia, ma soprattutto quell’ansia di verità che ritroviamo anche in questi suoi umanissimi santi di Mazzano.

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