venerdì, Novembre 22, 2024
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In una cantina del centro storico rivano, un gruppo di giovani creativi ricicla oggetti e regala loro nuova vita e identità

Il Fonte, laboratorio magico in mostra a Rovereto

La parola “arte” li spaventa, ma quello che fanno loro non può essere chiamato in nessun altro modo. “Loro” sono i vulcanici ragazzi del “Fonte”, neonata associazione con sede in via dell’Usignolo a Riva, che per allestire la loro prima mostra sono “emigrati” a Rovereto, nell’Aula Mimis Magia di via della Terra. Venticinque “oggetti”, frutto della creatività di Diego Turrini, Gian Pietro Bombardelli e Rosario Fontanella, esposti da domani fino al 19 dicembre. «Oggetti costruiti – scrive Mario Giupponi, giovane editore rivano – o forse ritrovati, o ancora oggetti proposti cui è stata affiancata una verosimile storia. Da notare che ciascuno degli oggetti presentati possiede una sua fondamentale utilità, solo suggerita dal titolo e poi spiegata dall didascalie. Troviamo ad esempio la “Pancapanc” sulla quale ci si siede. Ma non solo! Contando, addizionando e sottraendo le linee con le quali è dipinta capiremo molte cose sulla nostra vita. Il flauto da pane: suona, ovviamente, ma possiede la dote di richiamare i solitari…solo loro!» Ma le opere non si concludono nella creazione. No, ognuna di esse ha una storia, fissata su un sorta di “carta d’indentità” (artistica anche quella) che, tra l’altro, fornisce il nome…della ditta costruttrice. «In un complicato intrecccio di spionaggio industriale, invidie e falliti tentativi d’imitazione – continua Giupponi, descrivendo il magico universo che nasce dalla correlazione tra le diverse “creature” – potremo anche studiare le funzionalità di manufatti della “Carli Marelli” e della “FieroLamp”». Ditte in competizione tra loro, alle quali si affiancano la Clavercelli, fondata dal cugino dello zio del primogenito del Supremcapo, o la Zen. Un’arte viva che esce da un luogo fisicamente angusto, ma magico come il Fonte (prende il nome dal termine dialettale fontéc) nel quale ci ha condotto il 23enne rivano Diego Turrini, fotografo a Milano. Pochi metri quadrati fuori dal tempo, il Fonte, colorati da vortici di creatività allo stato puro e affollati di oggetti vivi. «Raccogliamo il materiale un po’ ovunque – spiega Diego – lo “studiamo” qualche giorno e poi lo trasformiamo». Dalla parete uno squalo terrificante e sgargiantissimo ci osserva minaccioso a fauci aperte. Una volta era un tronco e nuotava nel Sarca.

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