«Il terremoto è un brusco movimento della crosta terrestre che si verifica in presenza di una faglia, cioè una spaccatura della crosta terrestre dove i blocchi di roccia si muovono separatamente». Enrico Castellaccio, di professione geologo è un conoscitore del Baldo e delle zone che lo circondano. «Sul Baldo i terremoti sono frequenti, se ne verificano all’incirca due al giorno, ma si tratta per lo più di eventi sismici registrati solo dagli strumenti e non avvertiti dalla popolazione», spiega. «Si tratta però di eventi tettonici, legati cioè alla deformazione della crosta terrestre, e che interessano l’intero territorio veronese. La zona collinare della nostra provincia, infatti, è compresa dalla pianura Padana, a sua volta spinta verso Nord dagli Appennini e dalla zolla che costituisce l’Africa». La zona di Ala e Mori, poi, in particolare è il punto di convergenza di sue sistemi di faglie. Quella Gludicariense, così chiamata perché simile alla deformazione della crosta terrestre che si trova nelle Alpi Gludicarie, corre all’incirca da Nord a Sud nella roccia sotto la Val d’Adige, l’altra, detta sistema schedense, da Nord-Ovest a Sud-est, è una faglia che collega i Comuni di Vicenza, Schio e si allunga appunto fino alla Val d’Adige. Un’altra corre sotto il lago di Garda. Tutto questo rende l’alta Val Lagarina e il Baldo zone particolarmente soggette ad eventi sismici, ma che comunque, stando alle valutazioni di Castellaccio, sono di lieve entità. (a.t.)
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«Il sismografo sul Baldo è spesso attivo»
Il geologo spiega
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