Più nove centimetri. Il livello del lago di Garda ha fatto segnare ieri, all’idrometro sorvegliato dalla Navigarda (la società di navigazione pubblica) a Desenzano, il limite più basso della sua storia recente. Il dato è stato comunicato dallo stesso direttore della Navigarda, ingegner Marcello Coppola, che però ha spiegato come la misura dei 9 centimetri potrebbe discostarsi di qualcosa rispetto al livello dell’idrometro di Peschiera, sul fiume Mincio. Ma in ogni caso i livelli del più grande lago italiano sono davvero bassissimi, ben inferiori al limite minimo dei 15 cm. disposti dalla Commissione interministeriale quaranta anni fa. Chi si ferma ad osservare il lago dalla riva in questi giorni si trova sotto gli occhi uno spettacolo piuttosto impressionante: pontili e canneti ormai all’asciutto, spiagge chilometriche, scogli e speroni di roccia affioranti un po’ dappertutto. Una situazione, come già riferito, che sta creando problemi per la sicurezza della navigazione. Proprio da quest’esigenza insopprimibile nasce il programma di studio, lanciato dalla Comunità del Garda, per un monitoraggio delle secche e dei punti pericolosi nel Garda. Una richiesta in tal senso è stata avanzata alla Guardia costiera che, negli ultimi giorni, ha eseguito un’ampia ricognizione sul bacino per una mappatura delle secche e degli scogli affioranti, per confrontarla con quella già esistente. Insomma, una radiografia che possa garantire al meglio la navigazione da diporto e pubblica. Lo studio è stato facilitato paradossalmente dalla situazione di grave magra del lago. Già due mesi fa la Comunità del Garda aveva lanciato un primo allarme: il rischio di tuffarsi con le acque insolitamente basse. Un pericolo sottovalutato soprattutto dai turisti, abituati a lanciarsi in acqua in punti in cui l’anno passato l’acqua era profonda magari due o tre metri. Non sono mancati gli incidenti, specie ai naviganti meno esperti e a conoscenza delle insidie sotto costa. Indubbiamente, questo studio, che dovrebbe poi essere elaborato in autunno, verrà buono per la prossima stagione, magari sotto forma di un opuscolo messo a disposizione dei diportisti. I timonieri delle navi di linea, i noleggiatori e i pescatori professionisti, infatti, non ne hanno bisogno: loro, le carte nautiche le conoscono a menadito.
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