domenica, Febbraio 23, 2025
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La gara gastronomica di Slow food. Il campionato vinto da Claudia Boarotto di Isola della Scala

Il miglior risotto alla tinca è di una giovane cuoca

E’ andata a una cuoca di Isola della Scala la seconda edizione del campionato del risotto con la tinca, organizzata da Slow food e dall’associazione i Ghiottoni. I buongustai radunatisi alle cantine Lamberti hanno sancito il successo di Claudia Boarotto, della risotteria Biffi di Isola della Scala. E così la giovane cuoca si è confermata un astro nascente della gastronomia tradizionale scaligera: a settembre s’era già aggiudicata anche la Spiga d’oro, il concorso che vede cimentarsi i ristoratori della capitale del Vialone nano veronese con il classico risotto all’isolana. Ci son voluti cinque anni per ripetere il campionato del risotto con la tinca, piatto simbolo del Garda, la prima edizione vide di scena sedici ristoranti della riviera e dell’entroterra. Stavolta la selezione si è limitata a sei cuochi, scelti da Slow food nell’area gardesana, ma anche nella Bassa, oggi patria veronese del riso (ma tra fine Cinquecento e gli inizi del Seicento le risaie c’erano anche a Garda e Lazise). Cappello, fazzolettone e grembiule rossi, un po’ di rossore anche sul volto quando il pubblico le ha tributato un calorosissimo applauso, Claudia Boarotto, accompagnata in cucina dalla mamma, come fanno le miss alle sfilate, s’è imposta con un risotto in perfetto stile isolano: pesce quasi mantecato e niente erbette, come invece s’usa in riva al Garda. Pensare che aveva di fronte dei fuoriclasse come Giulio Azzi, titolare del ristorante Il Porticciolo di Lazise, già vincitore del premio della giuria popolare nel primo campionato del risotto con la tinca, cinque anni fa (questa volta rappresentava l’associazione ristoratori di Lazise), Stefano Lorenzi, il giovane secondo di Isidoro Consolini al ristorante Al Caval di Torri del Benaco (lo scorso anno fu il vincitore del campionato del risotto col tastasal organizzato anch’esso da Slow Food), oppure la bardolinese Adriana Bocconcello, oggi cuoca free lance, ma cinque anni fa vincitrice del premio speciale Slow Food come chef del Kambusa di Lazise. Non erano da meno gli altri cuochi in gara: Renato Leoni, titolare di una riseria, Il riso del Vo’ ha appena aperto un locale a Isola della Scala (è la Pila dell’Abate), dove dà sfoggio della sua abilità di cuoco, e Lorenzo Bonato, giovane chef del Basso Garda, figlio d’arte in fatto di cucina lacustre, dato che papà Imerio è l’inventore della zuppa di pesce di lago (padre e figlio hanno da poco fondato la Cascina Martelosio Country Club di Pozzolengo, nell’entroterra bresciano del lago). Piuttosto, s’è accennato della differenza di stile fra il risotto della Bassa e quello del Garda. Niente erbe e tanto pesce nel primo caso, tante erbesine e meno polpa di tinca nell’uso tradizionale lacustre. Di fatto, si tratta di due scuole di pensiero del tutto diverse. Al punto che appare abbastanza probabile che la terza edizione del campionato risottaro benacense sia limitato agli chef rivieraschi per omogeneità di tipologia. La sede della disfida potrebbe rimanere comunque Lazise, che vanta consolidata tradizione in fatto di risotto con la tinca.

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