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Dal 2 all’11 dicembre 2022 il Castello di Desenzano ospita un evento unico dedicato al Sommo Poeta. Un viaggio multisensoriale con immagini, video e suoni che conduce tra i gironi danteschi, coinvolgendo le giovani generazioni desenzanesi a fare da ciceroni. L’evento si avvale dei contributi fondamentali di Franco Nembrini e Gabriele Dell’Otto

“Il mio Inferno, Dante profeta di speranza”, mostra multimediale nel castello di Desenzano

Un viaggio tra i gironi danteschi, per i giovani e che coinvolge i giovani. Nasce per avvicinare e appassionare le nuove generazioni alla lettura della “Divina Commedia” la mostra multimediale “Il mio Inferno. Dante profeta di speranza”, visitabile dal 2 all’11 dicembre presso il Castello di Desenzano in Via Castello, 63, a Desenzano del Garda (Brescia). Una mostra di Associazione Rivela, Casa Editrice Centocanti e Diocesi di Verona. L’evento è organizzato da Città di Desenzano del Garda, Duomo di Desenzano e Segni del Vero (progetto culturale ed educativo del Duomo di Desenzano).

La mostra si avvale di due contributi fondamentali, quelli del saggista e pedagogista Franco Nembrini come curatore e del fumettista e illustratore Gabriele Dell’Otto. Interpretazioni ed evocative immagini costituiscono il filo conduttore dell’itinerario che conduce i visitatori davanti ai versi dell’“Inferno” di Dante Alighieri (1265-1321) con le proprie domande esistenziali aperte, alla ricerca di un senso pieno per la vita. In questo modo il Sommo Poeta diventa profeta di speranza: interlocutore credibile e contemporaneo, capace con le sue parole e i suoi esempi concreti di porre chi osserva di fronte al desiderio di felicità, per affrontare con speranza e coraggio il “proprio inferno”.

Il punto di vista è quello delle nuove generazioni: l’idea originaria è partita da due studenti dell’Università Cattolica di Milano, Edoardo Rossi e Virginia Alfano. A fare da guide sono gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado grazie all’attività dei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), in particolare del Liceo G. Bagatta di Desenzano assieme ad altri istituti del Basso Garda. Inoltre le guide saranno giovani universitari e lavoratori desenzanesi che da anni vivono il percorso formativo all’interno del progetto “Segni del Vero”, la realtà educativa e formativa dei giovani del Duomo di Desenzano guidati da don Gabriele Vrech. Formati sulla mostra con lezioni e approfondimenti, i ragazzi possono così illustrarne i contenuti ai coetanei e ai visitatori.

L’esposizione si sviluppa nella cornice suggestiva del castello: il visitatore si trova ad attraversare l’Inferno dantesco, immergendosi in un percorso multisensoriale fatto di proiezioni di immagini, video e suoni.

Sono 35 le tappe, scandite da altrettante illustrazioni accompagnate da approfondimenti e riflessioni. Emerge per esempio il vagare per la “selva oscura”, nella quale Dante incontra Virgilio, poi il passaggio della Porta dell’Inferno; lungo i gironi, si susseguono gli incontri, tra gli altri con Paolo e Francesca, Cerbero, Farinata Degli Uberti e Lucifero.

Parte integrante dell’evento è, in esclusiva per Desenzano del Garda, l’opera originale “El Dante, realizzata dallo scultore Adelfo Galli. È la raffigurazione di un uomo stupito, travolto e commosso dall’incontro con Beatrice, tanto da cambiare la coscienza che ha di se stesso e di tutta la realtà. Lo scultore rappresenta la processione a cui il Sommo Poeta assiste nel paradiso terrestre (canti XXIX e XXX) del “Purgatorio”. Il mitologico grifone guida il carro della Chiesa, su cui è assisa Beatrice, protetta dai quattro evangelisti (l’aquila, l’angelo, il bue e il leone; la scena è allietata dalla danza delle tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e dal tripudio di un popolo numeroso.

«Vale la pena fare la fatica di leggere Dante?», si chiede il curatore Franco Nembrini. «Vale la pena se si parla con Dante, cioè se si entra nella letteratura con le proprie domande, i propri drammi, il proprio interesse per la vita – risponde il saggista –. Allora, improvvisamente, Dante parlerà. Parlerà al nostro cuore, alla nostra intelligenza, al nostro desiderio; ed è un dialogo che una volta cominciato non finirà più».

La mostra “Il mio Inferno. Dante profeta di speranza” segue il filo conduttore delle straordinarie illustrazioni realizzate da Gabriele Dell’Otto per il volume di Franco Nembrini sull’Inferno dantesco. Parte dall’intuizione che il significato profondo della prima cantica della “Divina Commedia” sia contenuto nella “Vita Nova”, l’opera scritta da Dante circa dieci anni prima. Il Poeta vede nell’incontro con Beatrice la promessa di felicità che sembra riempire il desiderio di completezza e tensione al bene che caratterizza il cuore dell’uomo: è l’immagine del desiderio umano di beatitudine.

La morte di Beatrice provoca nel cuore del poeta un profondo dolore e la percezione della contraddizione dell’esperienza umana: l’uomo vive per l’infinito, ma si scontra con la finitezza di tutti i suoi tentativi e di tutte le sue scelte. Dalla riflessione su questa contraddizione nasce la “Divina Commedia”, che non rappresenta una raffinata fuga nell’aldilà, ma un faticoso cammino per guardare al mondo terreno dall’aldilà, con gli occhi della verità, con gli occhi di Dio. Nella “Commedia”, vera cattedrale di parole, dove la poesia diventa musica e linguaggio universale, l’Alighieri vuole aprire gli occhi dell’uomo, affinché possa cogliere la pienezza della felicità, del bene, della verità.

Nella sua parte iniziale, l’esposizione si sofferma su due prospettive: dapprima fa prendere coscienza che l’esistenza dell’uomo è “una selva oscura” caratterizzata dalla paura, dall’insoddisfazione, dalla solitudine e dal fatto che tutti i tentativi umani, anche i più ardimentosi sono caratterizzati dal fallimento, dalla constatazione che l’uomo da solo non è in grado di dare un senso al suo vivere. In seguito, rende evidente come Dio non abbandoni l’uomo nel suo limite: nel momento in cui chiede aiuto (“Miserere di me”) a Dante viene affidata una guida, Virgilio, che conduce il poeta attraverso il complesso e difficile viaggio verso la luce. In questo viaggio Dante incontra il male prodotto dall’uomo contro se stesso e gli altri, fino al male assoluto, Lucifero.

La mostra rappresenta questo viaggio soffermandosi su alcuni dei personaggi che il poeta incontra nella visita dei vari gironi infernali, riflettendo sui dannati e sui loro peccati; descrivendo in modo mirabile l’intero orizzonte umano. Lo sguardo appare però sempre teso al bene: la constatazione dell’abisso del male umano non sfocia mai nel nichilismo o nell’indifferenza, nemmeno nell’atmosfera opprimente e ghiacciata di Lucifero. La prospettiva rimane sempre quella del Cristianesimo: affermare la speranza anche nel momento del dolore e del male (“per ridir del ben che vi trovai”), perché l’uomo non è mai solo. Infatti la presa di coscienza del male e della debolezza dell’uomo non è che il primo passo verso la pienezza della luce, della verità, del bene (“uscimmo a riveder le stelle”).

 

NEMBRINI E DELLOTTO: DUE VISIONARI PER DANTE

 

«CON DANTE I GIOVANI RISCOPRONO LA GRANDEZZA DEL LORO DESIDERIO»

FRANCO NEMBRINI nasce a Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, il 15 agosto del 1955. Quarto di dieci fratelli, dopo aver capito all’età di 12 anni che la letteratura avrebbe potuto accompagnarlo per la vita, giura nelle mani della sua professoressa di Lettere che diventerà insegnante di italiano.

Si iscrive quindi al liceo ma, a sedici anni, per esigenze familiari è costretto a lasciare la scuola e ad andare a lavorare in fabbrica. A diciotto decide di prendere il diploma di maturità magistrale, e in tre mesi di “studio matto e disperatissimo” (Leopardi è, con Dante, l’altra sua grande passione) prepara gli esami da privatista.

Si iscrive quindi al corso di laurea in Pedagogia all’Università Cattolica di Milano. Nel frattempo inizia a insegnare religione (è il primo insegnante laico della diocesi bergamasca), diventa uno dei responsabili di Comunione e Liberazione di Bergamo, si sposa e ha quattro figli maschi.

Si laurea nel 1982 e, qualche tempo dopo, un gruppo di genitori disperati bussa alla sua porta: è l’inizio della scuola media libera “La Traccia” di Calcinate (BG) che oggi conta circa mille alunni.

Intanto passa, mantenendo fede all’antica promessa, a insegnare italiano negli istituti tecnici.

Dal 1999 al 2006 è presidente della Federazione Opere Educative (FOE), l’associazione di scuole paritarie legata alla Compagnia delle Opere. Nello stesso periodo fa parte del Consiglio nazionale della scuola cattolica e della Consulta nazionale di pastorale scolastica della CEI, nonché della Commissione per la parità scolastica del Ministero dell’Istruzione.

Insegna nella scuola statale fino all’estate del 2009 quando deve lasciarla per motivi di salute, conservando però l’incarico di Rettore del centro scolastico “La Traccia” fino all’estate del 2015.

Negli ultimi anni, a seguito dell’inatteso successo dei suoi libri “Dante poeta del desiderio” e “Di padre in figlio” è stato chiamato a parlare di educazione e di Dante in tutta Italia e all’estero, in particolare in Spagna, Portogallo, America Latina e nei paesi del mondo russofono (Russia, Ucraina, Kazakhistan, Siberia).

Fonda nel 2012 una piccola casa editrice, la Centocanti, con la quale pubblica un cofanetto di dvd “El Dante” e il suo commento al “Miguel Manara” di Milosz.

Proprio il cofanetto di “El Dante”, realizzato nel 2012, attira l’attenzione di Tv2000, emittente della CEI, che propone a Franco di raccontare in televisione la sua passione per Dante e per la letteratura. Nasce così il ciclo di 34 puntate “Nel mezzo del Cammin”, mandato in onda tra il 2015 e il 2016.

A seguito del successo ottenuto, nel 2016 realizza, sempre per Tv2000, “L’avventura di Pinocchio”.

Nel 2018 ha pubblicato per Mondadori, insieme a Gabriele Dell’Otto con prefazione di Alessandro D’Avenia, tre volumi a commento di “Inferno”, “Purgatorio” e “Paradiso” di Dante Alighieri.

Dall’ottobre 2018 è membro del “Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita” e dal 2020 è stato scelto come socio onorario e consultore dell’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani). A novembre 2022 gli è stato conferito il Premio Internazionale Cultura Cattolica di Bassano del Grappa.

 

«DISEGNO IL MALE PER FAR NASCERE LA VOGLIA DI BENE»

GABRIELE DELL’OTTO nasce a Roma il 20 dicembre 1973. Illustratore prestato al fumetto, la sua attività professionistica inizia nel 1996 e abbraccia diversi ambiti espressivi: illustrazione scientifica, fumetto supereroistico, litografie, libri illustrati, cartelle grafiche, copertine di fumetti e riviste, cover di videogiochi, progetti particolari come il calendario dell’Arma dei Carabinieri e locandine di importanti fiere, come quella del Lucca Comics & Games del 2014. Collabora con le principali majors statunitensi, Marvel e DC Comics, oltre che a progetti legati alla saga di Star Wars.

Assieme al prof. Franco Nembrini ha pubblicato per Mondadori una nuova edizione illustrata della Divina Commedia.

Il disegno è sempre stata la passione di Gabriele, fin dalla più tenera età. Dopo il liceo artistico frequenta il corso di illustrazione dell’Istituto Europeo di Design, terminato il quale lavora per tre anni in uno studio di illustrazione scientifica a Roma. Nel 1998, in occasione di una comic convention romana – la Expo Cartoon, ora Romix – sottopone il proprio portfolio all’attenzione di Marco Marcello Lupoi, direttore e responsabile editoriale della Marvel Italia. Lupoi – promotore della cultura del fumetto in Italia e in Europa proprio negli anni in cui si stava registrando una notevole ripresa dei comics supereroistici – prende con sé Gabriele, che comincia a collaborare con la divisione europea della Marvel. Lavora tra Italia, Francia e Germania, dove nasce il sodalizio anche con l’altro colosso fumettistico statunitense, la DC Comics.

Gabriele diventa in poco tempo un illustratore riconosciuto, figurando come autore di numerose copertine, poster e litografie, inizialmente soprattutto per edizioni europee, mentre le cover dei volumi provenienti dagli USA restavano appannaggio dei fumettisti americani.

Dell’Otto ha la fortuna di affacciarsi professionalmente al mondo del fumetto proprio nel periodo in cui la figura del fumettista, ovvero il responsabile delle strisce interne agli albi, e quella dell’illustratore, l’autore delle cover, iniziano ad assumere profili ben distinti. Tra i due esiste infatti una differenza sostanziale, si tratta di due formae mentis diverse: il fumettista ragiona per sequenza e lavora su una narrazione, l’illustratore deve riuscire a comunicare ciò che accade attraverso un’unica immagine, esattamente come un quadro.

Proprio negli anni 2000 nascono le prime divisioni europee delle majors statunitensi (Marvel e DC), permettendo agli artisti nazionali di esprimere sempre di più le proprie capacità.

Nel 2002, al Festival internazionale del fumetto di Angoulême, in Francia, David Mac, illustratore della Marvel America, presenta il lavoro di Gabriele a Joe Quesada, l’allora supervisore-capo della Marvel Comics, il quale, colpito dal portfolio di Dell’Otto, gli affida i primi lavori per gli Stati Uniti. Dell’Otto inizia da quel momento a collaborare con lo sceneggiatore di punta della Marvel, Brian Michael Bendis.

Nel 2014 incontra Franco Nembrini, professore bergamasco, a Roma per tenere un ciclo di conferenze sulla Divina Commedia. È proprio da questo incontro che nasce il progetto di una nuova edizione illustrata e commentata del capolavoro di Dante Alighieri. Lo stesso anno Gabriele viene invitato a realizzare la locandina del Lucca Comics & Games 2014, intitolata Revolution!. Per la prima volta a Lucca viene allestita un’ampia mostra a Palazzo Ducale dal titolo La speranza della bellezza.

 

MOSTRA MULTIMEDIALE

IL MIO INFERNO. DANTE PROFETA DI SPERANZA

 

UNA MOSTRA DI

Associazione Rivela realizza e propone mostre itineranti a tema storico, artistico e sociale, sul territorio delle province del Veneto e Lombardia coinvolgendo circa 500 volontari.

Casa Editrice Centocanti è stata voluta da un gruppo di giovani studenti di scuole superiori, universitari e insegnanti, impegnati a far conoscere, in Italia e nel mondo, l’opera del Sommo Poeta.

Diocesi di Verona promuove la diffusione della Fede anche attraverso iniziative culturali.

 

PROMOTORI DELLA MOSTRA

Città di Desenzano del Garda

Duomo di Desenzano

Segni del Vero

 

SEDE ESPOSIZIONE

Castello di Desenzano, Via Castello, 63, Desenzano del Garda BS

 

ORARI DI APERTURA

Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 18.00.
Martedì 7 dicembre orario prolungato fino alle 22.00.

 

PRESENTAZIONE UFFICIALE

Venerdì 2 dicembre ore 11 con il taglio del nastro presso il Castello di Desenzano.

Venerdì 2 dicembre ore 20.30 presso il Duomo di Desenzano (in Piazza Duomo, Desenzano del Garda): serata spettacolo Il mio inferno. Amor, ch’a nullo amato amar perdona” con i giovani attori della Compagnia Teatrale Profumo di Cielo di Desenzano che metteranno in scena alcuni canti dell’Inferno dantesco commentati dal curatore Franco Nembrini e dall’illustratore Gabriele Dell’Otto.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

INFO E PRENOTAZIONE VISITE

Le visite alla mostra saranno possibili esclusivamente con prenotazione obbligatoria sul sito web www.danteprofetadisperanza.it.

Informazioni per prenotazioni

– Chat whatsapp 328 6398306

– Email: dantedesenzano@gmail.com

– Social Network: Facebook, Instagram, Tik tok @danteprofetadisperanza

 

 

 

 

 

 

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