Una parte importante del cuore pulsante della cultura di Desenzano del Garda riapre i battenti dopo la chiusura imposta dal Coronavirus e lo fa in grande stile: venerdì 12 giugno è avvenuto infatti il taglio del nastro della nuova sala interattiva pensata per presentare il fiore all’occhiello del Museo Civico Archeologico Giovanni Rambotti, ovvero l’aratro più antico del mondo. Un obiettivo che è stato possibile raggiungere grazie anche alla grande capacità dell’assessorato alla Cultura, guidato da Francesca Cerini, e degli uffici comunali di intercettare i bandi regionali al fine di trovare fondi per realizzare questo tipo di progetto.
A Desenzano è infatti nato e cresciuto il piano di lavoro che ha ottenuto i finanziamenti, grazie alla collaborazione tra enti e alle rispettive realtà culturali di cui il Rambotti è stato capofila (tra i partner il museo civico archeologico della Valtenesi di Manerba del Garda; l’università degli studi di Milano e il museo archeologico della Valle Sabbia fondazione “Piero Simoni” di Gavardo): lo studio e la valorizzazione del patrimonio denominato “Le palafitte UNESCO del Garda” ha ottenuto, nel 2019, l’approvazione da parte di Regione Lombardia, la quale ha investito 128.000 euro per la valorizzazione del sito palafitticolo del Lavagnone.
Una cifra, quella dei 128.000 euro, che è stata integrata dai partner del tavolo di lavoro per un totale di 70.000 euro; di questi 70.000, circa 15.000 euro arrivano dal Comune di Desenzano: una somma complessiva di 198.000 euro che ha dato vita alla nuova sala dell’aratro più antico del mondo ritrovato all’interno del sito del Lavagnone.
UN TUFFO NELLA PREISTORIA.
Concretamente come è cambiata l’esposizione museale dell’antico utensile?
E’ stato ricreato un ambiente immersivo e dove prima il percorso museale permetteva di visitare la stanza dell’aratro all’inizio o alla fine della visita, nella nuova proposta risulterà essere l’ultima impressione negli occhi dei visitatori che ammireranno e interagiranno con questa stanza soltanto al termine del viaggio culturale offerto dal Rambotti, lasciando il “pezzo forte” dell’aratro in conclusione.
Il progetto si propone di realizzare, intorno al maestoso reperto che domina la sala, un racconto che renda coinvolgente il tema trattato. Entrando nella stanza una grande proiezione a parete descrive, attraverso sagome animate, azioni di vita quotidiana. Un paesaggio sonoro di epoca preistorica arricchirà l’esperienza del visitatore. A completare l’installazione verrà proposto un “tappeto interattivo”. Una grande proiezione a terra calpestabile riproporrà il tema della sala attraverso immagini dove al passaggio del visitatore le aree calpestate muteranno, ad esempio facendo crescere l’erba o le piante in quel determinato punto, o lasciando le orme del passaggio stesso.
IL COMMENTO DELL’ASSESSORE.
L’assessore alla cultura Francesca Cerini, ha così commentato il nuovo progetto e la riapertura museale: “Siamo molto contenti in primis di aver inaugurato questa meravigliosa sala che darà uno slancio incredibile al museo, in un momento non propriamente rigoglioso per le visite culturali, perché parliamo di un’attrazione che andrà a coinvolgere grandi e piccini, e di conseguenza anche le famiglie; in secondo luogo è semplicemente bello poter riaprire un pezzo di storia di Desenzano, come il Rambotti, perché vuol dire che stiamo lentamente tornando alla normalità.
Per questo da venerdì 12 giugno alle 14:30 vi invito alla nuova versione del nostro Museo, che sia pure rispettoso del proprio passato e delle proprie origini, è decisamente pronto a buttarsi nel futuro con rinnovato spirito”.