Quest’anno Padenghe dovrà rinunciare in qualche modo all’annuale appuntamento di novembre con il vino Novello. Nonostante ristoranti, wine bar, cantine ed enoteche stiano già offrendo il Novello alla già preannunciata ondata di estimatori, le due principali aziende agricole padenghesi, «Pratello» e «Zuliani», quest’anno hanno deciso di non presentare il prodotto sul mercato. Scelte aziendali, queste, che sembrano andare controcorrente rispetto alla tendenza nazionale, se è vero che, stando alle più recenti statistiche, negli ultimi dieci anni la produzione di Novello è addirittura raddoppiata e che per questa edizione saranno più di 20 milioni le bottiglie in commercio. In realtà appaiono perfettamente in linea con la tendenza locale; nel Bresciano, infatti, la produzione di Novello registra quest’anno un calo del 40%. Colpa solo di una stagione estiva poco clemente, oppure c’è dell’altro? «Indubbiamente – afferma Vincenzo Bertola, co-titolare dell’azienda agricola «Pratello» – il consumo di vino Novello in questi ultimi anni è diventato un vero e proprio fenomeno di costume. La clientela, soprattutto quella giovane, apprezza molto questo tipo di vino di pronta beva, perché il suo bouquet fruttato e la sua bassa gradazione alcolica lo rendono molto gradevole al palato. Ma questo non è bastato a convincerci a metterlo in produzione». Il tipo di fermentazione a cui è sottoposto, completamente diverso da quello tradizionale, regala infatti al Novello una vasta gamma di proprietà organolettiche difficilmente riscontrabili in altri vini, ma al tempo stesso una vita media che oscilla tra i quattro e i cinque mesi, superati i quali il vino nuovo perde tutte le sue caratteristiche di leggerezza e di freschezza. «Proprio per questa serie di motivi – spiega Cristina Boldini, che assieme al marito Vincenzo Bertola condivide la passione per l’enologia – il Novello non sarà mai un gran bicchiere di vino. Inoltre, adesso come adesso, sono in molti a produrlo, e sebbene il suo consumo si sia consolidato anche a livello locale, quest’anno la nostra azienda ha rinunciato al Novello per dedicarsi alla lavorazione di un prodotto di più alta qualità». Attiva solo da poco più di tre anni, l’azienda agricola «Pratello» è attualmente impegnata nella promozione del «Tempale», un vino il cui aroma rotondo ed equilibrato è dato da uve cabernet e sauvignon e dalla barricatura di 16 mesi in botti di rovere. «L’aggiunta di anidride carbonica – commenta Eleonora Zuliani, grazie all’esperienza maturata in anni di gestione dell’azienda agricola omonima – rischia di sconvolgere il naturale processo di fermentazione del vino». Per essere imbottigliato già all’inizio di novembre, infatti, la fermentazione delle uve destinate alla produzione del Novello viene agevolata dall’aggiunta di anidride carbonica in un procedimento particolare che nel settore prende il nome di «macerazione carbonica». «La nostra scelta aziendale – confessa la signora, che si occupa personalmente della lavorazione del vino che da Zuliani viene prodotto ancora con metodi tradizionali – punta sul rispetto del processo fisiologico dell’elaborato enologico. Senza nulla togliere alla bontà del Novello, – conclude la signora Eleonora, il cui impegno professionale in più di un’occasione è stato premiato con importanti riconoscimenti – applicare delle forzature alla fase di vinificazione delle uve non rientra nella linea politica della nostra azienda». Per quest’anno, dunque, niente vino nuovo di produzione padenghese sulle tavole di ristoranti, wine bar, cantine ed enoteche. Del resto, l’ha detto anche un famoso enologo, il Novello è come una ragazza nel pieno dell’adolescenza; ma in mezzo a tante belle donne, perché accontentarsi?
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Le due aziende del paese hanno scelto di non produrre il famoso vino nuovo. Nel Bresciano la produzione è in netto calo: «Non sarà mai un gran bicchiere»
Il Novello «made in Padenghe»? Quest’anno non andrà sulla tavola
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