Ferrara, il Comune più piccolo del Veronese, «adotta» l’orso. Il paese è tappezzato di locandine stampate dalla Provincia autonoma di Trento, portate dalla polizia provinciale. Carlo Frapporti, del Servizio forestale fauna di Trento che cura il progetto «Life Ursus», ha fatto personalmente avere a Roberto Furlani, titolare dell’albergo ristorante «Il Cacciatore», anche il depliant «Conosci l’orso bruno» e un bel poster di un metro per cinquanta con l’orsa e suoi tre cuccioli e la poetica scritta: «Ha condiviso le grotte con i nostri avi, le montagne con i nostri padri e le culle con i nostri figli, l’orso… parte della nostra storia».Così Ferrara, sul cui territorio sarebbe la tana del nuovo ospite, si sente già «culla natale» del discendente dell’ Ursus spelaeus , l’orso delle caverne, che lassù abitò 35mila anni fa. Furlani, dal canto proprio, ha portato una copia del manifesto in municipio e una allo «Chalet Novezza». Altri proclami sono al «Bar Cantore» in piazza, nei ristoranti e nella via centrale Fabio Filzi. Al «Cacciatore» una parete è un gran «collage» di articoli e foto a tema. Ci sono quelle che Furlani scattò il 22 giugno, quando per primo avvistò il plantigrado sopra il suo ristorante in località Lonza vicino a Novezzina. Ci sono le ultime immagini delle orme notate in Valfredda, aglin inizi di questo mese, dopo una nevicata.Furlani è il marito della sorella del sindaco Paolo Rossi, che di queste fotografie va fiero, quasi le avesse scattate lui. «Sono contentissimo che l’orso bruno sia sul Baldo, anzi siamo ormai tutti certi che abbia scelto proprio il nostro Comune come rifugio stabile».E spiega: «È vero che scorazza per tutta la montagna, ma è qui, nel cuore autentico del Baldo, che ha la sua tana», fa sapere spiegando che il plantigrado, anche secondo gli esperti, «abita» nelle Valbrutte, tra località Campedello e le creste del Baldo, impervi dirupi che non si raggiungono facilmente: «È la zona della riserva integrale», fa notare. «Qui, come in un parco naturale, non si può cacciare e vige il rispetto più assoluto dell’ambiente».E se per molti è un fantasma, una signora che lavora ad Affi ha però informato il primo cittadino d’averlo visto. «Erano circa le 5.30 quando le si è parato davanti, attraversando la Strada Graziani all’altezza di località Campedello», dice Rossi. «Probabilmente vi era tornato memore del pasto notturno a base di mele e ovini fatto qualche tempo fa». Il danno è già stato risarcito dalla Provincia, che sta ora predisponendo con Veneto Agricoltura misure di salvaguardia per le greggi, prima che s’inizi la stagione dell’alpeggio.«Noi consideriamo l’orso un patrimonio da proteggere», dice il sindaco. «Il fatto che si sia ambientato e stia stabilmente nel nostro territorio dimostra che la zona di Ferrara e il Baldo in generale sono per lui l’ambiente ideale, un territorio tranquillo dalla natura sana e incontaminata, dove è rispettato». Rossi ne è certo. Ed è significativo che, proprio «Il Cacciatore«», «tana» appunto di doppiette che lì si ritrovano, sia tanto fornito di opuscoli informativi, foto, locandine. Una conferma che anche i cacciatori, come hanno chiarito, accettano la nuova presenza.«Un animale in più è una ricchezza per il territorio», nota Gaetano Gaspari, cacciatore di Caprino che ha fotografato orme tra Malga Ime e Pradonego. «Non ho certo paura… magari lo vedessi. Invece sembra un animale notturno e schivo, che non ama mostrarsi». E Furlani: «Sotto il profilo turistico l’orso è un valore aggiunto, che attira gente ed è meraviglioso averlo qui. Da cacciatore dico che non mi fa effetto. Noi siamo sempre sul territorio, può starci anche lui», nota. «Non disturba la selvaggina sana, che sa come difendersi. Non è un rivale».
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Altri avvistamenti: «Ha scelto questi luoghi, segnale di un ambiente vivo» dice il sindaco