Ieri avevamo riferito dell’avvistamento di un orso sull’alto Garda: una notizia importante, ma non una novità per il Bresciano. Negli anni scorsi, infatti, altri esemplari erano stati segnalati a Capovalle e nelle vicinanze dei laghi di Idro e Iseo. I «movimenti» di questa specie non sono eccezionali; a stupire sono piuttosto gli avvistamenti, perchè non è davvero facile incrociare uno di questi animali provenienti dal Trentino, regione nella quale si contano purtroppo solo due esemplari «autoctoni» (un terzo orso è morto lo scorso autunno). Ma negli ultimi anni, ai pochi orsi «trentini» se ne sono uniti altri nove, catturati in Slovenia e rilasciati nel Parco Adamello-Brenta nell’ambito di un progetto di ripopolamento dell’arco alpino. E poi ci sono i due cuccioli nati pochi mesi fa proprio dai soggetti «importati», che portano a 13 il totale dei plantigradi viventi nella vicina regione. Gli animali introdotti in Trentino sono stati dotati di un radiocollare capace di funzionare per circa tre anni. Ma a oggi sono solo due i capi ancora «attrezzati» con questo congegno e quindi localizzabili; gli altri, evidentemente, sono riusciti a liberarsene. Il radiocollare serve appunto per individuarne la posizione attraverso la frequenza radio emessa. A spostarsi dal Trentino al Bresciano potrebbero essere, con maggiore probabilità, proprio i plantigradi liberati di recente, mossi dal fatto di non possedere ancora un territorio proprio e anche dalle condizioni meteo meno rigide. In presenza di neve alta, infatti, gli orsi tendono a non spostarsi, anche se finora non sembrano dare vita a un letargo completo. E inoltre si sposterebbero soprattutto i maschi: le femmine, soprattutto se hanno figliato, tendono a restare nei dintorni della tana con i piccoli. Comunque, i movimenti possono essere davvero ampi: nell’arco di una nottata un esemplare può trasferirsi dal Garda al lago di Ledro. Poi le condizioni non proibitive del clima consentono di alimentarsi anche in inverno: l’orso è onnivoro, e riesce a trovare qualcosa da mettere sotto i denti anche nella brutta stagione. Insomma, in sintesi lo spostamento dal Trentino al territorio bresciano era stato ampiamente previsto, anche in considerazione della contiguità delle due aree geografiche e della facilità di movimento degli animali. Proprio per questo sul Garda bresciano era stato proposto il progetto «Life Ursus», che prevedeva la collaborazione della Provincia di Brescia e del Parco Alto Garda bresciano con il Parco Adamello-Brenta: quello che ha gestito l’introduzione degli orsi sloveni.
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L’orso sull’alto Garda: una «visita» a sorpresa e ne arriveranno altri