Sabato scorso sono stati completati i lavori per la posa di un ponte nella valle delle Camerate. «E’ costato circa 80mila euro -spiega il sindaco di Toscolano Maderno, Paolo Elena-. Metà per costruire la struttura in cemento armato, metà per l’acquisto del ponte in ferro. In un primo tempo pensavamo di collocare un Bailey, ma i militari, impegnati in numerose missioni, non ci davano certezze sui tempi, e continuavano a rinviare i tempi dell’operazione. Inoltre chiedevano il pagamento di una cifra iniziale e di un affitto annuale. Così noi ci siamo affidati alla Jenson Bridge, un’impresa inglese che ha un proprio rappresentante a Brescia. E abbiamo deciso di acquistare la struttura». Nel gennaio 2003 (quasi due anni fa, quindi) una frana in località Sabbionere, sulla strada montana della valle delle Camerate, aveva bloccato ogni possibilità di transito, sia dei veicoli che dei pedoni. Le reti di protezione non erano riuscite a contenere l’erosione, dovuta alla pioggia e alla scarsa consistenza della roccia, assai friabile. Il geologo di un’impresa specializzata spiegò che una mina non avrebbe risolto il problema: troppo instabile la parete per avere garanzie di sicurezza. Così i 300 metri cubi di materiale sono rimasti lì. Gestita da un consorzio misto, composto da privati (i proprietari dei terreni) e da enti pubblici (come il municipio), la strada parte da Gaino e conduce a Persegno, Archesane e Campei, dove gli Alpini hanno ristrutturato una malga, di proprietà dell’Azienda regionale delle foreste. Nella zona ci sono casette e fienili, utilizzati nel periodo estivo. D’inverno vengono tenuti solo pochi animali: un albergatore ha dei cavalli e un pensionato degli asini. Vietato con un’ordinanza il transito, i passanti hanno potuto utilizzare provvisoriamente un altro tratto, realizzato in tempi rapidi. Adesso, con il ponte in ferro, la soluzione definitiva. L’operazione rappresenta un ulteriore tassello della messa in sicurezza e del recupero della valle cantiere e di quella delle Camerate. A fine maggio, ad esempio, era stata inaugurata la passerella dei Covoli, chiusa da decenni. Quasi completamente rifatta, consente di percorrere a piedi o in mountain bike tutta la valle, arrivando fino a Gaino, a Navazzo di Gargnano o a Campei. Ha ampliato, insomma, la rete minore. Un corrimano rende possibile il transito di chiunque, inclusi bambini. Sulle pareti, per proteggere dalla caduta di sassi, la EdilSonico ha sistemato una rete a doppia maglia. Il luogo è molto pittoresco: assomiglia a un canyon. Non è escluso che d’inverno, quando si formano stalattiti, la zona venga illuminata. Ripulito pure il sentiero che costeggia la centrale. Un’altra impresa, la Alpi srl di Trieste, ha ingabbiato le pareti nel tratto iniziale della valle, in località Garde. Ricordiamo infine che un Comitato tecnico composto dalla Soprintendenza ai beni architettonici e alle belle arti, dal municipio, dalla Associazione lavoratori anziani della cartiera e dai rappresentanti della fabbrica, appartenente al gruppo vicentino Marchi, ha esaminato un paio di progetti di recupero di alcuni vecchi edifici, allo scopo di dotare la valle di quelle infrastrutture necessarie ad inserirla nei percorsi turistici. Il primo riguarda la ristrutturazione del palazzo Maffizzoli, di Maina superiore, diroccato da molto tempo. L’intenzione sarebbe di realizzare albergo, bar e ristorante con la formula del promoter, vale a dire attraverso un accordo con i privati che, investendo i quattrini necessari, conserverebbero la proprietà per 25-30 anni. Il secondo progetto mira all’ampliamento del museo della carta di Maina inferiore, realizzato nella portineria dell’unica fabbrica che conserva ancora la ciminiera. Si vorrebbe realizzare una piccola linea produttiva e un laboratorio di restauro del libro antico, in modo da tenere viva (nei ricordi) un’attività imprenditoriale sorta nel Quattrocento.
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Un itinerario suggestivo che parte da Gaino e conduce a Persegno, Archesane e Campei. La valle delle Cartiere era stata interrotta nel 2003 da una frana